Un numero sempre maggiore di Eretmochelys imbricata, specie in pericolo di estinzione, sono state viste negli ultimi anni nidificare sulle coste di Singapore, portando quindi i ricercatori locali a riflettere su come poter proteggere tali tartarughe marine.
Dal 2019 dunque, gli scienziati dello “SCELSE“ (Singapore Centre for Environmental Life Sciences Engineering) della “Nanyang Technological University” (NTU) stanno studiando la popolazione attraverso il sequenziamento del genoma, grazie alle informazioni ricavate anche dai gusci delle uova, da quelle non schiuse, dai campioni di fegato dei feti morti e persino dalla sabbia che circonda la camera d’incubazione.
Regine Tiong, dottoranda che collabora allo studio, ha dichiarato: «Sequenziare il materiale genetico delle tartarughe embricate può aiutare a capire quanto la popolazione sia vulnerabile ai rischi ambientali e alle malattie».
Il genoma di un organismo infatti, è il suo progetto di vita ed è contenuto in ogni sua cellula. Il DNA, costituito da nucleotidi (o basi), ne determina l’aspetto, i comportamenti e quanto potrebbe essere appunto vulnerabile a determinate malattie.
I ricercatori mirano a mettere insieme le circa due miliardi di coppie di basi (nell’essere umano sono il 60% in più) che costituiscono il genoma. Attualmente, ne sono state elaborate solo alcune parti ma il lavoro è ancora all’inizio e si hanno grosse aspettative sui risultati di questo interessante studio.
«È importante risalire alla storia e al background genetico delle tartarughe marine del sud-est asiatico dato che questo è “sottostudiato” rispetto ad altre regioni» ha concluso il professor Kim Hie Lim, principale investigatore della SCELSE.
Fonte: www.scelse.sg
Fonte foto: The Straits Time (FB)