La “Turtle Conservation Society” della Malaysia è una organizzazione non governativa e non-profit, fondata nel 2011, per la conservazione delle diciotto specie autoctone di tartarughe.
In questi nove anni la ONG ha educato la comunità locale, che era abituata a mangiare le uova delle tartarughe acquatiche che deponevano lungo il fiume Kemaman. Oggi gli stessi cittadini aiutano a gestire le circa 700 baby nate nel centro, ove resteranno fino a quando non saranno abbastanza grandi per poter essere rilasciate.
Un quinto del budget operativo annuale era ricavato da piccole attività di ecoturismo, mentre la restante parte proveniva da donazioni e dal merchandising. Da quando il governo della Malesia ha imposto il controllo delle uscite nel tentativo di contenere la diffusione del COVID-19, il centro è rimasto isolato, con l’azzeramento delle entrate provenienti dai visitatori.
Per garantire la continuità delle attività, il centro sta intensificando i programmi promozionali, puntando sulle adozioni a distanza e sollecitando riguardo le donazioni online.
Attraverso il loro sito web www.turtleconservationsociety.org.my è possibile prender parte all’iniziativa “Adopt a terrapin” con meno di dieci dollari (poco più di sette euro). A tutti coloro che adotteranno una tartaruga verrà fornita una ricevuta ufficiale (deducibile dalle tasse) ed un certificato di adozione personalizzato; inoltre, si avrà la possibilità di assegnare un nome a propria scelta per l’esemplare adottato.
Oltre a queste campagne di raccolta fondi, la dr.ssa Chen Pelf Nyok (cofondatrice della TCS) sta lavorando con la comunità femminile locale per produrre e commercializzare oggetti di artigianato come le mascherine e le borse, dipinte attraverso la tecnica batik con motivi tartarugati.
«Questi lavori permetteranno loro, non solo di aiutare il nostro centro, ma anche di guadagnarsi da vivere durante il lockdown. Molti degli uomini infatti, guadagnavano stipendi giornalieri e lo stop al lavoro ambulante ha ridotto le famiglie alla miseria» ha riferito la dr.ssa Chen.
Non si prevede una ripresa delle attività di ecoturismo nel breve periodo e quindi, nel primo post-blocco, il lavoro del team del centro si concentrerà sull’istruzione e la sensibilizzazione, oltre al rilascio delle tartarughe pronte al “battesimo del fiume”.