Giovedì 9 febbraio è entrata in vigore in Spagna la nuova legge sul benessere degli animali, nonostante le polemiche dei giorni precedenti a seguito di un emendamento del partito socialista che proponeva l’esclusione dalla norma dei cani da caccia ma che alla fine si sono concluse con l’approvazione di Unidas Podemos.
Tale legge mira a proteggere gli animali domestici e selvatici tenuti in cattività e cerca di porre fine all’abbandono e al maltrattamento. Uno dei punti più significativi infatti, è l’inasprimento delle pene per i maltrattamenti, con multe che vanno dai 500 ai 200.000 euro nei casi più gravi.
La novità più discussa però, è stata l’adozione della cosiddetta “listado positivo“, che elenca quali animali possono essere tenuti come animali da compagnia, vietando di conseguenza “il possesso, la riproduzione, la cessione (vendita, scambio e regalo), l’importazione e l’esportazione” delle specie non incluse in essa.
Già nel 2013, molti di loro sono stati inclusi nel “Catálogo Español de Especies Exóticas Invasoras“, che impedisce agli spagnoli di detenere procioni, pappagalli del genere Myiopsitta e Agapornis, maiali vietnamiti, testuggini palustri americane (Chrysemys picta, Pseudemys peninsularis e Trachemys scripta), ricci e altri animali.
La Ley de Bienestar Animal è ora in attesa che il Ministero dei Diritti Sociali e dell’Agenda 2023 specifichi quale sia l’elenco degli animali da compagnia che potranno continuare a essere tenuti. Tutti quelli che ne saranno esclusi non potranno più essere tenuti in casa. Tra i criteri per considerare un animale domestico ci sono la facilità di soddisfare i suoi bisogni ecologici, fisiologici ed etologici, oltre a non dover rappresentare un rischio per le persone a causa della sua aggressività, delle sue dimensioni o di un eventuale veleno.
Nonostante il fatto che l’elenco ufficiale sia ancora sconosciuto, diversi media spagnoli scommettono sull’esclusione da esso dei seguenti animali: roditori (tra cui porcellini d’india, cincillà e criceti), conigli, serpenti, ragni, iguane, camaleonti, gechi, uccelli non autoctoni e testuggini palustri e terrestri.
I motivi di tale certezza risiedono proprio nei punti chiave della norma, dove per esempio si legge che gli animali non devono rappresentare un grave rischio per la conservazione della biodiversità in caso di fuga o abbandono (roditori e conigli dunque) o che non devono essere vettori di funghi parassiti (testuggini su tutti).
Il testo finale è comunque in elaborazione e l’elenco non è per questo ancora ufficiale, tuttavia il governo entro un periodo di 48 mesi dall’entrata in vigore della legge dovrà stilare il “listado positivo”. Anche in Italia ci si aspettano delle limitazioni nel possesso degli animali domestici, dopo che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Ecologica ha comunicato l’urgenza di stilare l’elenco delle specie pericolose per la salute e per l’incolumità pubblica o per la biodiversità.
Non resta che attendere novità…