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Avviso di sfratto per le tartarughe in cura a Fondazione Cetacea

Domenico Vitiello by Domenico Vitiello
1 Novembre 2020
in News
Avviso di sfratto per le tartarughe in cura a Fondazione Cetacea
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Sicuramente per tanti appassionati di tartarughe ed ambienti marini risulterà superfluo spiegare cosa è “Fondazione Cetacea” ma è necessario farlo poichè quanto accaduto nei giorni scorsi ha del surreale e bisogna che tutti possano capire a pieno la vicenda e farsi una propria idea.

“Fondazione Cetacea” è una organizzazione non-profit che dal 1988 ha come obiettivo la tutela dell’ecosistema marino adriatico. Dopo venti anni dalla nascita, dunque nel 2008, grazie anche al contributo di biologi, veterinari ed altre importanti figure professionali, si attiva nel soccorso di tartarughe marine e cetacei in difficoltà con la gestione dell’Ospedale delle Tartarughe di Riccione (RN).

Giungiamo al 21 ottobre 2020.
Senza alcun avviso al personale della Onlus, su alcuni quotidiani locali appare la seguente dichiarazione da parte dell’amministrazione comunale: «Vista la pericolosità riscontrata durante i tre sopralluoghi effettuati […] l’edificio è inagibile. Il Comune quindi ha l’obbligo di emanare un’ordinanza di inagibilità, nel frattempo si sta adoperando per cercare delle soluzioni alternative per coloro che attualmente hanno sede alla Bertazzoni».

Nulla di tutto ciò era stato prima comunicato in maniera né ufficiale e né ufficiosa ma solo una voce quasi da bar era arrivata al presidente Sauro Pari, il quale mercoledì scorso ha dichiarato: «Un esperto interpellato afferma che “non vi sono tracce di prove statiche e strutturali” e che “la struttura, ancorché vetusta e priva di manutenzione, non mostra segni di cedimenti”. Ora aspettiamo fiduciosi di conoscere la documentazione tecnico/scientifica che supporta l’affermazione di inagibilità. Forse si tratta di un eccesso di prudenza […] ma magari qualcuno è arrivato a conclusioni eccessive».

Ricordiamo che l’Ospedale è ospitato nell’ex Colonia Francesco Bertazzoni, struttura costruita negli anni ’30 di 1.721 mq coperti e dunque di oltre diecimila metri cubi. Affermare pertanto che l’intero stabile è inagile sembra realmente qualcosa di smisurato ma allo stesso tempo è sinonimo di pericolosità per chiunque stazioni al suo interno.

Questa notizia rappresenta un vero fulmine a ciel sereno per l’intera Fondazione, che attualmente ha dieci esemplari di Caretta caretta ricoverati ed è impensabile un trasloco immediato, vista anche la presenza di un impianto di 18 vasche (di cui una di 15 mila litri), tre impianti generali di filtraggio dell’acqua, un impianto per le radiografie ed uno per gli esami del sangue e tanti attrezzi essenziali nella cura quotidiana degli animali.

Ricordiamo poi che in dodici anni sono stati oltre mezzo milione i visitatori dell’Ospedale, a cui bisogna aggiungere le centinaia e centinaia di scolaresche in visita d’istruzione. Le tartarughe curate e rilasciate invece, sono state addirittura ben 687. Dati dunque che aiutano a capire l’enorme ritorno per la città di Riccione e che sottolineano quanto sia stata sbagliata la forma comunicativa, nell’attesa dell’ordinanza ufficiale che chiarirà se c’è stato anche un errore di sostanza.

 

Tags: Carettacentro di recuperoconservazioneEmilia Romagnafondazione cetaceariminitartarugatartaruga marina

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