Il 22 ottobre 2014, con relativa pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, si chiedeva a tutti i paesi membri di stilare entro il 1° gennaio 2015 un elenco delle specie esotiche invasive, senza distinzione tra animali, vegetali, funghi o microrganismi.
L’Italia ha elencato tali specie con ritardo, precisamente il 14 luglio 2016, nel Regolamento di Esecuzione (UE) 2016/1141. L’unico rettile indicato come “invasivo con presenza sul territorio italiano DIFFUSA” è la testuggine palustre americana, cioè gli esemplari appartenenti alla specie “Trachemys scripta“.
A seguito del Decreto Legislativo 230/2017 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 gennaio 2018, dal 14 febbraio 2018 sono in vigore i seguenti divieti:
- riproduzione
- coltivazione (per i vegetali ed i funghi)
- trasporto
- acquisto
- vendita e/o scambio
- detenzione
- rilascio
Come si può leggere sul sito del Ministero dell’Ambiente, sarà comunque possibile continuare a detenere specie esotiche invasive come animali da compagnia, a condizione di fare denuncia del possesso dell’esemplare e di custodirlo (fino alla sua morte) in modo che non sia possibile la sua fuga o il rilascio nell’ambiente naturale, e di impedirne la riproduzione.
Come denunciarne il possesso
E’ possibile denunciare il possesso di uno o più esemplari di “Trachemys scripta” attraverso il modulo presente nel link seguente:
Modulo denuncia possesso specie invasive
IMPORTANTE: la denuncia deve essere presentata entro 180 giorni dall’entrata in vigore del DL 230/2017, cioè entro il 13 agosto 2018 (TERMINE PROROGATO AL 31/08/’19), accompagnata da una copia del documento di identità e secondo le modalità indicate nella seconda pagina del Modulo su linkato.
Per chiarezza, indichiamo anche qui le modalità:
- tramite PEC all’indirizzo pnm-II@pec.minambiente.it
- tramite fax allo 06/57223468
- tramite raccomandata con ricevuta di ritorno indirizzata a
“Ministero dell’Ambiente, Direzione Protezione Natura, Divisione II”
Via Cristoforo Colombo, 44
C.A.P. 00147 – Roma
Altre utili informazioni
- Non avendo ricevuto risposte alla nostra mail di richiesta chiarimenti inviata da oltre dieci giorni e non essendoci specificata alcuna info relativa sul sito del Ministero dell’Ambiente, si evince che gli esemplari di “Trachemys scripta elegans” possono essere denunciati, così come le altre due sottospecie (T.s.scripta e T.s.troostii) tramite l’apposito Modulo su presente. Infatti nel modulo non viene richiesta la sottospecie posseduta ma solamente la specie, quindi bisogna indicare semplicemente “Trachemys scripta“.
AGGIORNAMENTO DEL 13/03 ► Aggiornamenti sul DL riguardante le “Trachemys scripta” - La sezione “Misure adottate per impedirne la riproduzione e la fuga” del Modulo è rivolta a chi possiede più esemplari o comunque almeno una coppia. Tra le misure per impedire la riproduzione rientra l’assenza di zona emersa in sabbia/terreno, la rottura delle uova, la separazione dei sessi, ecc
- Non sono state ancora comunicate le strutture pubbliche o private autorizzate a detenere ed accettare esemplari di “Trachemys scripta” che non si possono più detenere.
- Rilasciare in natura un animale esotico, ancor più esotico invasivo, crea danni enormi all’ecosistema autoctono (nella sola Gran Bretagna per il 2015 sono stati stimati intorno ai 2 miliardi di euro di danni). Inoltre, voi andate incontro ad ingenti multe mentre l’esemplare potrebbe rientrare nei processi di eradicazione, quindi andare incontro a morte indolore.
Informazioni sulle specie invasive dal sito del Ministero dell’Ambiente
Tra le principali causa di perdita di biodiversità, in Italia e nel mondo, ci sono le cosiddette “Specie esotiche invasive”. Si tratta delle specie di animali e di piante originarie di altre regioni geografiche (volontariamente o accidentalmente introdotte sul territorio nazionale), che hanno sviluppato la capacità di costituire e mantenere popolazioni vitali allo stato selvatico e che si insediano talmente bene da rappresentare una vera e propria minaccia.
Queste specie, infatti, oltre ad entrare in concorrenza diretta con alcune delle nostre specie, possono alterare lo stato degli habitat e degli ecosistemi naturali, e a volte provocare ingenti danni economici ad attività produttive quali l’agricoltura e lo sfruttamento di risorse silvo-pastorali. A solo titolo di esempio: i danni provocati dalle specie esotiche invasive nella sola Gran Bretagna per il 2015 sono stati stimati intorno ai 2 miliardi di euro.
In linea con tutte le principali convenzioni internazionali in materia di tutela della biodiversità e con […]