Liscia al tatto e perfettamente rotonda, questo uovo potrebbero facilmente passare per uno dei milioni deposti ogni anno dalle tartarughe marine in via di estinzione sulle spiagge lungo le coste del Nord e Centro America. O almeno questa è la speranza.
Realizzate con una stampante 3D, il loro guscio di silicone è dotato di un dispositivo di localizzazione GPS. Si spera così di risolvere, o almeno ridurre di molto, il problema del bracconaggio delle uova di tartaruga che ha afflitto l’America centrale e, più recentemente, anche le coste degli Stati Uniti.
«Vogliamo nascondere queste finte uova in quei nidi che sono più vulnerabili al bracconaggio» dice Kim Williams-Guillén, direttore di scienza della conservazione per “Paso Pacífico“, il gruppo di conservazione californiano che ha realizzato l’uovo che si spera possa ingannare i bracconieri. «Può essere davvero facile per loro afferrare una di queste uova e non accorgersi dell’inganno»
In questo periodo è cominciata la “distribuzione” delle finte uova nel corso di una delle “arribada“, l’evento di nidificazione di massa delle Lepidochelys kempii, e quindi ora non bisogna far altro che attendere per testarne l’efficacia.
Le uova di tartaruga marina sono vendute nei bar dai 5 ai 20 dollari per ognuna e stanno sostituendo, per prelibatezza, le ostriche. L’aumento della richiesta ha fatto, di conseguenza, aumentare il numero di bracconieri. Per nulla è servito inasprire le sanzioni, tant’è che nel 2013 son arrivati addirittura ad uccidere un giovane attivista che da sempre si occupava della vigilanza e della protezione delle uova di tartarughe marine.
Ricordiamo che la “Paso Pacifico” ha potuto completare il proprio prototipo grazie ai 10mila dollari ricevuti per aver vinto ad inizio anno il concorso di National Geographic “Wildlife Crime Tech Challenge” e grazie anche all’aiuto ricevuto da uno studio artistico di Hollywood che ha rifinito le finte uova.