Un team composto da paleontologi del Museum für Naturkunde di Berlino e da ricercatori della Charité – Universitätsmedizin Berlin ha pubblicato un articolo sulla rivista medica “JAMA Oncology” in cui viene descritto il più antico esempio di cancro alle ossa rinvenuto in un fossile di un amniota (un gruppo di vertebrati tetrapodi).
Il fossile era di una “Pappochelys rosinae“, un antenato senza guscio oramai estinto delle moderne tartarughe, scoperto nel 2015 in una cava di calcare nei pressi della cittadina tedesca di Vellberg. Una parte del femore sinistro di questo rettile aveva una crescita ossea anomala e dalla microtomografia computerizzata si è notato che non era né una rottura e né un’infezione. «Abbiamo cominciato a guardare le varie malattia che causano tale tipo di crescita ossea» dice Yara Haridy, una delle paleontologhe del Museo di Storia Naturale. Dopo varie ricerche il verdetto è stato “Osteosarcoma periostale“, un tumore osseo maligno che il team descrive essere quasi esattamente come l’osteosarcoma negli umani.
L’evidenza del cancro nei fossili è rara poichè i tumori cancerosi si verificano solitamente nei tessuti molli ed inoltre, il tipo di cancro trovato nella Pappochelys è ancora più raro, tanto da rendere il fossile un esemplare davvero unico. Questa scoperta offre la prova che il cancro è una mutazione profondamente radicata nel nostro DNA.