Le deposizioni di Caretta caretta sulle coste italiane sono in forte crescita negli ultimi due anni e ciò è dovuto anche all’aumento delle temperature, che determina di conseguenza un discreto numero di nidificazioni sulle spiagge del centro-nord Italia.
Tali litorali sono purtroppo più facilmente colpiti da acquazzoni e mareggiate che danneggiano o, nel peggiore dei casi, distruggono interamente la camera d’incubazione. Un altro aspetto negativo causato dal surriscaldamento globale riguarda il periodo di deposizione, che si è allungato fino alla terza settimana di agosto, con le schiuse previste fino a novembre e quindi col rischio di non completare correttamente l’incubazione.
Ne sanno qualcosa in Puglia, esattamente nella salentina località di Salve (LE), ove lo scorso fine settimana sono emerse soltanto nove hatchlings dal nido deposto sulla spiaggia di Pescoluse tra il sei ed il sette agosto. Dopo 72 ore di inattività, gli operatori del CRTM del Museo di Storia Naturale del Salento di Calimera (LE) hanno effettuato, come da protocollo, un’ispezione di controllo, riuscendo così a salvare ben 51 esemplari rimasti bloccati nel nido.
A causa delle condizioni meteo non ottimali, con la collaborazione di due tirocinanti dell’Università del Salento e della Lega Navale di Torre San Giovanni (LE), le tartarughine sono state portate a largo e liberate in acque più calme.