“Evitare le importazioni e le esportazioni” è questo il punto più importante dell’intervista fatta dal quotidiano online statunitense The Huffington Post al Dr. Richard Seigel, professore di biologia alla “Towson University” nel Maryland.
Negli ultimi anni il “Ranavirus” sembra esservi evoluto da virus emergente a pesce virus, iniziando a colpire anche anfibi e rettili. Si tratta di un vero e proprio virus mortale in quanto va a modificare tratti di DNA. Mortalità di massa causata da questo virus è stata attestata in tutti i continenti, tranne che in Africa; dal 2008 al 2011 ha ucciso quasi 30 Terrapene nella sola contea di Montgomery.
“E’ essenziale non rilasciare tartarughe in libertà e non effettuare spostamenti di tartarughe presenti in natura da un luogo ad un altro. Se si trova una tartaruga per strada che sta per essere investita da un auto, bisogna spostarla verso il lato della strada e non portarla in una posizione del tutto nuova. Questo perchè se tale tartaruga è infetta, sarà portatrice della malattia agli altri animali”, ha aggiunto poi il Dr. R. Seigel: “Questa è una delle cose di cui dobbiamo davvero preoccuparci. Si devono assolutamente evitare le esportazioni visto che il virus passa facilmente da un animale all’altro.”
Il Dr. R. Seigel insieme a suoi ex studenti, ora laureati, sta effettuando ricerche a spese proprie per capire se questo massiccio attacco di Ranavirus, che ha ammazzato anche decine e decine di salamandre e rane (la popolazione di rana comune nel Regno Unito è diminuita dell’80%), sia solo un evento che pian piano si esaurirà oppure se si tratta della “punta dell’iceberg” che preannuncia un disastro tra le specie interessate.
Alcuni degli aspetti che potrebbe confermare la presenza di questo virus in una tartaruga sono la colorazione gialla della loro cavità orale, il gonfiore degli arti e gli eritemi.
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