Il 10 Gennaio 2017, la Special Task Force ed il dipartimento forestale di Lucknow, nello stato indiano dell’Uttar Padesh, hanno confiscato uno dei più grandi quantitativi di tartarughe bracconate nel paese, intercettando 6325 tartarughe di fiume.
Con un peso di 4.5 tonnellate, il carico consisteva in due specie endemiche dell’India: 6323 “Lissemys punctata” e due tartarughe dal guscio molle del Gange (“Nilssonia gangetica“) inserite come specie vulnerabili nel libro dell’IUCN. Data la taglia di questi animali è stato chiamato il “Turtle Survival Alliance” per identificarle, ordinarle, smistarle e infine rilasciarle in natura.
Gli animali erano stati impacchettati per il trasporto in 140 sacchi di iuta e, come la maggior parte dei cheloni venduti illegalmente in Asia, erano destinati al mercato alimentare di Kolkata e del sud-est asiatico. È interessante notare che, sia i sacchi che i piastroni delle tartarughe erano marchiati (le “Nilssonia gangetica” con un nome di persona) e potrebbe essere un modo per i rivenditori per identificare il bracconiere a cui devono consegnare.
Il bracconaggio su larga scala delle tartarughe è ormai troppo comune e continua ad essere alimentato dalla grande richiesta dei mercati cinesi e del sud-est asiatico. L’India è uno dei maggiori luoghi di biodiversità di tartarughe al mondo, con circa 30 specie di tartarughe, di cui il 40% è a rischio. Il team del TSA ha contribuito all’assistenza e alla costruzione di strutture temporanee per la cura di queste tartarughe.
Uno dei problemi maggiori dopo un sequestro del genere è proprio quello di cercare di alloggiare in modo adeguato un così gran numero di tartarughe e soprattutto farlo in poco tempo. Questo perché quando vengono catturate dai bracconieri, le tartarughe vengono tenute in condizioni pietose, senza cibo né acqua. La maggior parte delle 6325 tartarughe erano infatti state trovate in condizioni critiche, essendo state senza cibo ed acqua per più di due mesi, ma grazie al TSA e alle autorità indiane, il tasso di mortalità è stato veramente basso.
Dopo uno smistamento iniziale le tartarughe sono state reintrodotte in natura. È stato usato un approccio sistematico per reintrodurre gli animali in natura, organizzando quattro gruppi differenti che hanno rilasciato le tartarughe in fiumi e stagni. Grazie allo TSA e alle autorità dell’Uttar Pradesh è stato possibile restituire una nuova vita a queste tartarughe.