Le popolazioni di “Chelodina expansa“, di “Chelodina longicollis” e di “Emydura macquarii“ sono in declino nel fiume Murray e secondo James Van Dyke, docente senior di scienze biomediche presso la “LaTrobe University“, la causa sarebbe da attribuire esclusivamente alle volpi europee.
«Se vai sulle sponde dove nidificano queste testuggini, trovi solo un mucchio di buchi con un mucchio di gusci d’uovo sparsi in giro». Nemmeno le oltre mille esche e gli spari hanno allontanato questi predatori, tant’è che sono anni che sono allo studio metodi alternativi per sbarazzarsi di questi invasori.
Un team della “Western Sydney University“, in collaborazione con la “Foundation for National Parks and Wildlife“, nel 2018 ha lanciato l’idea di strutture galleggianti che garantirebbero una maggiore sicurezza alle uova. «Se gli diamo abbastanza galleggiabilità e sabbia, gli esemplari potrebbero deporre direttamente sulla piattaforma» ha detto Van Dyke.
Queste isole verranno istallate in vari tratti del fiume, nel nord-est dello stato di Victoria, sperimentando vari design che siano in grado di attirare li le femmine di queste specie a rischio estinzione. Sicuramente le volpi cominceranno a nuotare per raggiungere queste piattaforme ma prima che ciò accada, cercheranno le uova lungo la costa: «Non è necessario ottenere il 100% di schiuse, abbiamo solo bisogno di ottenere abbastanza nascite per sostituire gli adulti che muoiono di vecchiaia» ha riferito il professore.
A questo progetto, che mira alla salvaguardia delle tre testuggini palustri che rappresentano un filtraggio naturale per le acque del Murray, collaboreranno anche la “University of New England” e la “University of Sydney“.