Bella, in gamba, ma soprattutto donna. Eh si, bisogna sottolinearlo perchè tra le donne è sempre più diffuso, se non il terrore, anche solo il ribrezzo verso questa categoria di animali: i rettili. Debora, questo il suo nome, è appassionata però non solo di tartarughe ed altri rettili, ma di tutti gli animali in generale: dai più comuni a quelli più insoliti.
Conosciamo Debora e le tartarughe da lei recuperate
Studentessa di biologia, ha solo 24 anni ma è da già ben 13 anni che fa recupero di animali abbandonati o in difficoltà, cioè praticamente da quando si è trasferita in Calabria (prima era in Svizzera, nazione molto più sensibile nei confronti dei recuperi).
Durante la nostra intervista ci confessa che lei non si dichiara un’esperta di rettili ma bensì: “Mi reputo una convinta sostenitrice dell’evoluzione e del rispetto degli esseri viventi per come sono stati posti nel mondo. Non trovo corretto comprare tartarughe solo per sfizio, come non trovo corretto comprare papere, coniglietti e tutti gli altri animaletti. Non sono animali da tenere aspettando che rispondano alle coccole umane. Purtroppo di questa cosa ci si accorge dopo l’acquisto e non si sa (o non si vuole) più gestire la situazione, quando in realtà è l’averla portata fuori dal sua habitat e comprata per sfizio a non avere senso!”
Tartapedia: “Quando è avvenuto il primo recuperi di una tartaruga?”
Debora: “Il primo recupero di una tartaruga è avvenuto nel 2004 con l’arrivo di Franklin, che ancora oggi sguazza felice nel laghetto appositamente creato per lui e le sue coinquiline.”
T: “Avevi già il laghetto al momento della prima tartaruga?”
D: “No, inizialmente Franklin era in una vasca. Dopo l’arrivo di altre Trachemys, ho infossato una piscina per bambini adibendola a laghetto ed ho recintato tutt’intorno per evitare fughe e garantendo un’ampia zona emersa. Ma ciò era del tutto provvisorio; infatti l’anno dopo ho tolto la piscinetta, scavato ancora e cementato il tutto creando un vero e proprio laghetto.”
T: “Hai fatto tutto da sola?”
D: “Non proprio, sono stata aiutata soprattutto nell’allestimento: intorno al laghetto abbiamo inserito grosse pietre e piantato un po’ di gramignone, delle piante selvatiche e delle piante grasse oltre a quelle acquatiche prese dalle aree paludose nelle vicinanze.”
T: “Quante tartarughe hai recuperato quest’anno?”
D: “Solo quest’anno ho recuperato oltre una decina di tartarughe ma purtroppo, non tutte sono arrivate in condizioni tali da poter essere curate e di queste la metà non sono riuscite a restare in vita.
T: “Purtroppo conosciamo bene la piaga delle morti per la poca informazione. Ritornando ai recuperi, hai recuperato sempre le solite Trachemys o ti son capitate anche altre specie?”
D: “Di quelle recuperate quest’anno, due non appartengono alla specie Trachemys ma bensì una alla specie Mauremys ed una alla specie Graptemys.”
T: “Chi ti aiuta ad affrontare le spese economiche per le tartarughe e gli altri animali recuperati?”
D: “Mi occupo da sola dei miei animali, economicamente e materialmente. La mattina mi sveglio presto e sistemo cani, gatti, tartarughe, papere, coniglio, ecc… Non ho né un’associazione, né finanziatori alle mie spalle ma solo una grande volontà e una forma di rispetto verso gli animali, che è diventata la giusta linea di equilibrio tra me e loro. Li reinserisco nel loro mondo, fanno quello che vogliono loro, non quello che voglio io e così si è creato un gran bell’equilibrio!”
T: “Hai mai recuperato qualche animale ‘insolito’?’”
D: “Tempo fa mi è stato portato un riccio ferito. L’ho tenuto finché non si è stabilizzato del tutto e, anche se era diventato quasi domestico e mi si avvicinava con il musino per prendere il cibo, appena ha ripreso la funzionalità della zampa l’ho riportato in natura. Egoisticamente mi sarebbe piaciuto tenerlo, ma non trovo corretta la presunzione di scombinare la natura solo per capriccio.”
T: “Sentirti raccontare le tue vicende quotidiane sembra che sia tutto semplice. Sicuramente non è così soprattutto per quanto riguarda il tempo che togli ad altre cose per dedicarlo a loro, vero?”
D: “Beh si, per l’entusiasmo che ci metto sembra spesso che gestire tutto sia semplice, invece è un impegno grande e spesso faccio fatica anche a procurare il cibo per loro. Non mi concedo cose superflue: metto da parte i centesimi sempre e lavoro sodo per non mancare ai miei impegni. Poi anche se la sera anche se esco con i miei amici, la mattina dopo costi quel che costi vengo svegliata dai miei cani e mi metto subito all’opera per badare a tutti.”
T: “Ritornando alle tartarughe, molti dicono che sono animali stupidi e che soprattutto non danno stimoli ad allevarli. Tu che ne pensi?”
D: “Le tartarughe non sono animali da compagnia, non scodinzolano e non fanno le fusa. Ma non sono per nulla animali stupidi, anzi, sono animali molto intelligenti e curiosi. Adoro vederle durante il basking o procacciarsi il cibo con una rapidità su cui uno non scommetterebbe. Di solito resto ad osservarle per molto tempo e non mi annoio mai, perché le vedo nel giusto contesto.“
T: “Davvero sorprendente!!! Ti ringraziamo per quest’intervista; sicuramente ci risentiremo per farci raccontare le storie delle tue tartarughe. A presto”
D: “Grazie a voi. Vi aspetto volentieri!!!”