Mentre nel Mar Mediterraneo la stagione di nidificazione delle tartarughe marine volge al termine, sulle coste australiane di Bribie Island si attende l’arrivo delle Caretta caretta che ogni anno depongono qui le uova, dopo lunghi viaggi oceanici. Queste incantevoli spiagge però, sono la destinazione preferita anche di pescatori, di amanti delle moto d’acqua e di tanti vacanzieri provenienti da Brisbane, capitale e città più popolosa dello stato del Queensland.
«Qui siamo nel National Park. Allora perché permettiamo la guida ai fuoristrada sulla nostra spiaggia, i cani senza guinzaglio nelle nostre dune e le moto d’acqua nelle nostre acque?» ha sbottato Diane Oxenford, leader della squadra di volontari “Bribie Island Turtle Trackers“, che nei prossimi mesi cercherà di impedire il fallimento delle schiuse.
Jean Tilpa è una delle volontarie con più anni di esperienza alle spalle e dai suoi racconti si può capire quanto sia difficile proteggere le tartarughe marine, sia piccole che adulte: «Abbiamo visto femmine scappare perchè disturbate e lasciare le uova, senza scavare, appena entrate in acqua. Dobbiamo educare le persone e dobbiamo cominciare dai bambini. Se non lo facciamo, tutto è perduto per sempre».
Il problema dell’antropizzazione delle spiagge dunque, non è solo italiano ma anche dall’altra parte del globo si assiste all’invasione degli arenili da parte di mentecatti a bordo dei propri mezzi. Geoff Ginn della “Bribie Island Environmental Protection Association” afferma che a partire da novembre, cioè proprio in coincidenza con l’arrivo delle tartarughe, sono oltre mille i fuoristrada che ogni giorno solcano queste spiagge.
Per evitare che i nidi vengano schiacciati dal peso dei “quattro ruote” o predati da cani domestici e animali selvatici, tanti volontari passano l’estate australe accanto alle deposizioni. Fortunatamente per questi speciali animali, esiste ancora qualcuno che «è incantato dal ciclo delle nascite».