A differenza delle tartarughe marine che ha studiato per decenni, Romeo Trono non passa mai le giornate in modo lento, neanche ora che è in pensione. Il suo aspetto e le sue riflessioni lo fanno sembrare un hippie: «Dicono che un uomo deve essere in grado di fare quattro cose nella vita per sentirsi realizzato: generare un figlio per portare avanti il suo nome, piantare un albero, costruire una casa e scrivere un libro. Mi chiedo quando potrò fare quest’ultima» afferma ridendo.
Ma per lui in questa vita c’è anche altro similmente importante ed è la conservazione delle tartarughe marine, in cui è impegnato da ben 36 anni, cioè da quando guidò un gruppo di giovani biologi del Dipartimento dell’Ambiente e delle Risorse Naturali (DENR) nel “Pawikan Project” sull’isola di Baguan (una delle dieci “Turtle Islands” filippine). Allora il bracconaggio era dilagante, con la “partecipazione” dei funzionari governativi locali, e quindi i progetti di conservazione non erano ben visti.
«E’ stato un lavoro impegnativo. Immaginate di trovarvi su un’isola di 34 ettari senza elettricità e senza alcun mezzo di comunicazione e soprattutto dovendovi procurare da soli il cibo» ha ricordato Trono, che ha poi aggiunto «Di notte la squadra si recava sulle spiagge per studiare le tartarughe e per raccogliere le migliaia di uova deposte per portarle nei vivai, al sicuro dai bracconieri».
Una vita dedicata a questi animali, tanto da trascorrere anche molti mesi lontano dalla famiglia ed al punto da non essere quasi riconosciuto al rientro dalla figlia. Ma il suo impegno ha portato preziosi frutti, come l’applicazione di leggi che proteggono le specie marine e come dimostrano i dati numerici: si è passati dalle circa 40 nidificazioni per notte di trent’anni fa alle 160, in media, degli ultimi anni.
Nel 2005 ha cominciato la costruzione di una casa elettrica sulla costa di Mabini, nella provincia di Batangas, ove attualmente sta trascorrendo il suo pensionamento. Ancora oggi però, fa da consulente sulla conservazione marina e in particolare sta aiutando un programma per la conservazione del dugongo: «Ci vuole un impegno profondo molto serio e soprattutto ci vogliono anni prima di vedere risultati, ma non bisogna mai mollare perchè il mare ha bisogno del nostro aiuto».
Tradotto da newsinfo.inquirer.net