Con le sempre più frequenti ordinanze comunali che vietano l’utilizzo di fuochi pirotecnici, ma anche per il costo decisamente più contenuto, si è diffusa rapidamente la pratica di rilasciare nel cielo palloncini ad elio.
Purtroppo questi, dopo aver trascorso un breve periodo in volo, scoppiano e ricadono al suolo, inquinando la natura e spesso le acque fluviali e marine.
I danni provocati da questa pratica possono essere fatali per molti animali, tra cui anche le tartarughe marine, già numericamente in declino per la crescente antropizzazione dei mari.
L’ultima vittima è stata rinvenuta lunedì 14 marzo dalla tredicenne Marisol Schepis sulla spiaggia di Falcone (ME). Il piccolo esemplare di Caretta caretta aveva il filo di plastica del palloncino che fuoriusciva dalla cloaca, segno di una lenta agonia, terminata con il decesso dell’esemplare a causa probabilmente di un blocco intestinale o di danni provocati agli organi interni dall’oggetto ingerito.
La vicenda però, ha avuto un’ulteriore triste evoluzione; infatti, come comunicato da Carmelo Isgrò, Direttore del MuMa (Museo del Mare) di Milazzo (ME), la carcassa è stata trafugata prima che potesse essere recuperata dal personale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia.
Sperando che la tartaruga venga consegnata agli organi competenti, ricordiamo che portare via un esemplare di Caretta caretta, in vita o già deceduto, è un illecito penale che può essere punito con una multa decisamente elevata.