In Sudafrica, nella regione di Western Cape, è stato denunciato un grave episodio di uccisione di testuggini terrestri, che ha suscitato sdegno e forte preoccupazione nella comunità scientifica e nelle organizzazioni impegnate nella tutela della fauna locale.
Secondo le testimonianze raccolte, diverse decine di esemplari di testuggine angulata (Chersina angulata) sarebbero state catturate e macellate per il consumo di carne, probabilmente destinate sia all’uso domestico sia alla vendita illegale. La scena è stata descritta come “scioccante” dagli operatori della conservazione che hanno effettuato i primi sopralluoghi, trovando carapaci abbandonati e resti animali nella “Table Bay Nature Reserve“.
Un pericolo concreto per una specie già vulnerabile
Chersina angulata è una testuggine terrestre tipica del Sudafrica meridionale. Caratterizzata da un carapace arrotondato e da una marcata livrea, è adattata a habitat semi-aridi, cespuglieti e prati. Pur non raggiungendo gli status critici di alcune specie insulari, le popolazioni locali possono essere sensibili a prelievo e perdita d’habitat, soprattutto quando gli individui vengono rimossi in numero elevato dallo stesso comparto territoriale.
- Numerosità del prelievo: la morte di 19 individui in un unico evento rappresenta una riduzione locale significativa di reclutamento e di capacità riproduttiva, soprattutto per popolazioni già soggette a frammentazione.
- Impatto demografico: le testuggini terrestri hanno tassi di crescita lenti e maturità sessuale tardiva; la perdita di adulti riproduttivi produce effetti a lungo termine sulla struttura di popolazione.
- Funzioni ecologiche: le Chersina contribuiscono alla dispersione di semi e al controllo vegetazionale; la loro riduzione può alterare dinamiche di rigenerazione delle comunità vegetali.
- Aspetto legale ed etico: la cattura, uccisione e commercio di tartarughe selvatiche è illegale e minaccia la biodiversità locale; azioni come questa mettono in luce sia la domanda (consumo locale/rivendita) che la debolezza dei controlli.
Cause e contesto
Dalle informazioni raccolte sul campo emergono due possibili motivazioni principali: utilizzo della carne per consumo locale e commercio illegale (mercato nero). In molte aree rurali il consumo di fauna selvatica persiste per ragioni culturali o economiche; parallelamente, il traffico di specie per il mercato degli esotici crea una domanda che incentiva il prelievo. L’episodio segnala inoltre lacune nei controlli e nella sorveglianza delle aree naturali.
Cosa chiedono i conservazionisti e gli esperti
- Pattugliamenti antibracconaggio rafforzati nelle aree interessate e immediate indagini per identificare i responsabili.
- Campagne di informazione e coinvolgimento comunitario, per ridurre la domanda locale e promuovere alternative sostenibili.
- Sanzioni dissuasive e applicazione rigorosa delle normative esistenti sulla fauna selvatica.
- Monitoraggio demografico delle popolazioni locali di Chersina angulata per valutare l’impatto a medio-lungo termine e definire possibili interventi di recupero.
- Percorsi di ripristino e gestione partecipata, che affianchino le comunità locali con incentivi economici alternativi (progetti di ecoturismo, programmi di sensibilizzazione, supporto alle pratiche agricole sostenibili).
Dal punto di vista operativo, gli esperti suggeriscono:
- mappatura rapida delle popolazioni residue nella zona colpita;
- campagna informativa mirata (radio locali, incontri pubblici, scuole) che spieghi il ruolo ecologico delle tartarughe;
- collaborazione tra autorità ambientali, forze dell’ordine e ONG per creare una task force di risposta rapida;
- uso di database e microchippatura dove possibile per migliorare la tracciabilità degli individui salvati o recuperati.
Conclusione
L’uccisione di 19 Chersina angulata nel Western Cape è un episodio che va oltre il singolo crimine: è un campanello d’allarme sulla pressione continua che molte testuggini terrestri subiscono e sulla necessità di azioni coordinate, che coniughino rispetto delle leggi, politica di sviluppo locale e educazione ambientale. Proteggere questi animali significa preservare processi ecologici fondamentali e il patrimonio naturale delle comunità che condividono quegli habitat.




