Lo Sri Lanka sta affrontando il peggior disastro ambientale della sua storia dopo che a bordo della “MV X-Press Pearl“, una nave mercantile immatricolata a Singapore, è divampato un incendio che ha causato la caduta in mare di milioni di pezzi di microplastiche.
I venticinque membri dell’equipaggio sono stati evacuati ma dal 20 maggio scorso, giorno in cui si sono alzate altissime fiamme di fronte alle coste di questa perla asiatica, le operazioni antincendio sono state complicate dai venti monsonici, dal carico altamente infiammabile e dalle oltre 300 tonnellate di carburante presente nei serbatoi della nave.
Sebbene i funzionari abbiano assicurato che la parte peggiore dell’incendio è stata estinta, si teme che la fuoriuscita di sostanze chimiche abbia già causato danni incalcolabili alla costa dello Sri Lanka, comprese le famose località turistiche di Negombo e Kalutara.
Le spiagge sono già fittamente ricoperte di microplastiche bruciate e l’oceano è diventato un’unica enorme chiazza nera. Le palline di plastica utilizzate per realizzare i sacchetti di plastica possano essere fatali per le creature marine; pesci, tartarughe ed uccelli hanno già cominciato ad arenarsi sulle spiagge e la popolazione locale ha ricevuto il divieto di toccare detriti ed animali, in quando potrebbero essere altamente tossici, oltre alla chiusura della pesca nel raggio di 50 miglia dalla scena del disastro.
«Le sostanze chimiche sono finite in mare, contaminando l’acqua, probabilmente causando danni ecologici a barriere coralline e mangrovie che potrebbero richiedere decenni per essere superati» hanno dichiarato dal MEPA (Marine Environment Protection Authority).
Migliaia di uomini della Marina sono stati schierati in un’operazione di pulizia per rimuovere lo spesso strato di rifiuti che ha ricoperto la sabbia. Il governo ha già attivato una speciale unità della polizia per far chiarezza sul disastro, che sembra essere stato causato da una perdita di acido nitrico.