Abstract
La Pelochelys cantorii, tartaruga gigante d’acqua dolce dal guscio molle che vive nel sud e nel sud-est asiatico, è in grave pericolo d’estinzione a causa dell’alterazione e della distruzione dell’habitat e della caccia della sua carne. I dati sull’ecologia e sulla dimensione della popolazione sono limitati e le precedenti indagini condotte in India non hanno rilevato alcun esemplare in natura.
Per esaminare la presenza storica e attuale della tartaruga gigante di Cantor, sono state condotte interviste alla comunità lungo il fiume Chandragiri nel distretto di Kasaragod, Kerala, in India. Intervistando i più anziani e coloro che utilizzavano il fiume per la pesca e l’irrigazione, è stata migliorata la conoscenza dei modelli di attività stagionale e giornaliera di questa specie. Una rete di informatori chiave individuati attraverso le interviste ha fornito informazioni sulla cattura accidentale, sugli avvistamenti e sulla nidificazione delle tartarughe. Questa rete viene utilizzata per il monitoraggio continuo della specie e potrebbe aiutare a ideare strategie di gestione basate sull’evidenza per le tartarughe dal guscio molle in India. Questi metodi possono anche essere adottati più ampiamente per altre specie minacciate di tartarughe d’acqua dolce a livello globale.
Introduzione
La tartaruga gigante dal guscio molle di Cantor, Pelochelys cantorii (Gray 1864), è una tartaruga d’acqua dolce in grave pericolo di estinzione, ma ampiamente distribuita nell’Asia meridionale e sud-orientale. La specie appartiene alla famiglia Trionychidae, che comprende tartarughe altamente acquatiche e prevalentemente carnivore (Praschag et al., 2007), con un’ampia variazione di dimensioni tra le specie (Fitch & Plummer, 1975). Essendo principalmente spazzini, le tartarughe dal guscio molle sono importanti per gli ecosistemi di acqua dolce perché aiutano a mantenere la qualità dell’acqua e le reti trofiche. La predazione naturale degli individui e delle uova di P. cantorii non è documentata e gli individui adulti possono diventare consumatori all’apice senza predatori naturali (de Miranda, 2017). Tuttavia, è stato osservato che sciacalli, cinghiali, lucertole e cani selvatici predano le uova e i giovani di altre grandi tartarughe dal guscio molle (Palot e Radhakrishnan, 2004).
Pelochelys cantorii è una specie distinta dal punto di vista evolutivo e minacciata a livello globale, il che significa che è una priorità globale per la conservazione a causa del suo contributo sproporzionato alla diversità filogenetica e all’alto rischio di estinzione secondo la Red List dell’IUCN. È anche elencata nell’Appendice II della CITES, che ne limita il commercio, e inoltre è protetta da apposite leggi in molti paesi, tra cui Vietnam, Myanmar, Filippine e Cina. In India, la specie è elencata nella Tabella I dell’Indian Wildlife (Protection) Act, 1972, che punisce la caccia o il commercio con sanzioni e/o reclusione. Tuttavia, la gestione della fauna d’acqua dolce, soprattutto al di fuori delle aree protette, è insufficiente in India e l’applicazione della legge è generalmente debole a causa della limitata disponibilità di risorse. Inoltre, la gestione della popolazione e la pianificazione e attuazione degli interventi di conservazione per la P. cantorii sono difficili perché i dati sull’ecologia, il comportamento, la dimensione della popolazione, la distribuzione e le minacce della specie sono limitati.
In India, dal 1970 sono state pubblicate solo 15 segnalazioni di P. cantorii, la maggior parte di queste sono aneddotiche o si riferiscono a catture accidentali. Sebbene questi studi possano suggerire un’estirpazione locale, la mancanza di registrazioni potrebbe anche essere il risultato del comportamento elusivo della tartaruga che riduce la probabilità di rilevamento quando si utilizzano metodi di indagine ecologica tradizionali. La tartaruga gigante dal guscio molle di Cantor è una specie altamente acquatica che trascorre lunghi periodi sepolta nella sabbia sul fondo dei corpi idrici, rendendo le trappole con esca inefficaci per l’individuazione e, allo stesso modo, le probabilità di rilevamento utilizzando metodi di rilevamento visivo tendono ad essere basse a meno che le conoscenze precedenti non suggeriscano che la specie sia presente nell’area esaminata.
La conoscenza locale accumulata dalle persone nel corso della loro vita si è rivelata uno strumento utile per ottenere informazioni ecologiche su specie minacciate a livello globale, rare e/o sfuggenti che non potrebbero altrimenti essere acquisite utilizzando indagini ecologiche tradizionali. Si tratta di un approccio anche economicamente vantaggioso, particolarmente utile per ottenere dati su specie facilmente identificabili per la loro grandi e per la distinta morfologia.
Lo studio condotto su un tratto di 63 km del fiume Chandragiri ha indagato la presenza della specie con interviste mirate a conoscere gli avvistamenti passati, le informazioni sulla caccia e i dati sull’ecologia della nidificazione della specie. Attraverso queste interviste è stata creata anche una rete attiva per la segnalazione e la gestione locale a lungo termine della specie.
Raccolta e analisi dei dati
I dati sono stati raccolti tra giugno e dicembre 2019 attraverso interviste con campionamento a catena (o a palla di neve), chiedendo a ciascun intervistato di raccomandare potenziali ulteriori intervistati che fossero informati sulle P. cantorii. Una volta che tale approccio non ha fornito ulteriori intervistati, è stato utilizzato il campionamento opportunistico, attraverso l’identificazione di persone che vivevano vicino al fiume. Per ogni nucleo familiare è stata intervistata una sola persona, a meno che altri membri della famiglia non avessero informazioni diverse sugli avvistamenti delle tartarughe.
Le interviste comprendevano domande a risposta aperta e chiusa e sono state progettate per documentare gli avvistamenti sia recenti che storici di P. cantorii, per documentare come le comunità locali utilizzano il fiume, per identificare la stagionalità degli avvistamenti di tartarughe, delle catture accessorie e delle attività di nidificazione e per creare rapporti di fiducia su cui costruire una rete di monitoraggio attivo. È stato chiesto agli intervistati di descrivere l’aspetto della P. cantorii (utilizzando il nome vernacolare paala poovan come suggerimento) e sono state mostrate loro immagini di varie tartarughe dal guscio molle autoctone e non autoctone (P. cantorii, Nilssonia leithii, Chitra indica, Lissemys punctata, Apalone ferox), di una tartaruga marina (Lepidochelys olivacea) e di una tartaruga dal guscio duro (Melanochelys trijuga) per la validazione. Quando possibile, sono stati verificati gli avvistamenti chiedendo di fornire prove fotografiche, visitando i luoghi di avvistamento e/o corroborando l’avvistamento attraverso interviste di supporto.
Per creare una rete di allerta e documentare sistematicamente eventuali futuri avvistamenti, abbiamo chiesto a tutti gli informatori di contattare un membro del team di progetto in caso di avvistamento di esemplari di P. cantorii. Gli informatori chiave sono stati contattati frequentemente per aggiornarli sui progressi del progetto e per condurre discussioni informali per ottenere nuove informazioni sulla specie, compresi rapporti su catture accessorie, avvistamenti, nidificazione o caccia. In caso di segnalazioni di catture o nidificazioni, una squadra di due o tre persone ha visitato il sito per salvare e rilasciare la tartaruga e/o salvaguardare i nidi. Le informazioni ottenute sono state raggruppate in cinque grandi temi: dati socio-demografici, informazioni sull’utilizzo dei fiumi e sugli avvistamenti (anno, mese, stagione e ora del giorno), tipo di habitat (acqua corrente o pozze profonde isolate), informazioni sulla nidificazione (mesi di nidificazione, rapporti sui nidi e/o sulle uova, caratteristiche dei nidi) e registrazioni di tartarughe morte (cattura accidentale, caccia o altre cause.
È stata utilizzata la regressione logistica per determinare l’effetto dell’uso del fiume e dell’età degli intervistati sulla probabilità di avvistamento delle P. cantorii nell’area di studio. La funzione glm del pacchetto stats in R 4.3.1 (R Core Team, 2023) è stata utilizzata per eseguire la regressione logistica binomiale mentre per la selezione del modello si è scelta la funzione stepAIC del pacchetto MASS (Venables & Ripley, 2002). La diagnostica del modello è stata eseguita utilizzando il pacchetto DHARMa (Hartig, 2022 ), per garantire che i dati soddisfacessero le ipotesi di linearità, omogeneità della varianza e normalità. Sono state esplorate le associazioni tra frequenza degli avvistamenti e habitat, ora dell’avvistamento e stagionalità utilizzando i test esatti di Fisher, avendo classificato queste variabili nominali in due categorie (“seen” e “not seen”; McDonald, 2014 ). Le risposte riguardanti il periodo dell’anno in cui si sono verificati gli avvistamenti sono state codificate in “dry season” (gennaio-maggio) e “monsoon season” (giugno-dicembre). Allo stesso modo, sono state utilizzate due categorie per l’ora del giorno: “daytime” (05:00-17:00) e “night-time” (17:01-04:49). L’uso del fiume Chandragiri variava tra le diverse sezioni del fiume e tra le comunità, con la maggior parte degli intervistati che utilizzava il fiume per una o più delle seguenti attività: pesca di sussistenza, irrigazione, balneazione e lavaggio (vestiti e bestiame). Come per il tempo degli avvistamenti, si è tenuto conto di usi diversi come punti dati separati per la regressione logistica binomiale.
Risultati
Sono state effettuate 150 interviste complete, di cui 93 effettuate tramite campionamento opportunistico. L’età degli intervistati variava da 20 a 89 anni (media = 49 anni). Sono stati intervistati più uomini (71%, n = 106) che donne (29%, n = 44), poiché nella maggior parte dei casi il membro maschio della famiglia si è offerto volontario per rispondere durante il campionamento opportunistico. Tali aspetti culturali che portano a pregiudizi di genere nel set di dati non potevano essere evitati con il disegno di campionamento scelto. La maggior parte degli intervistati erano agricoltori (45%), seguiti dalle casalinghe (persone coinvolte nelle pulizie; 24%) e dalle lavoratori a paga giornaliera (persone coinvolte nel lavoro manuale, compresi lavori di costruzione, raccolto e altre attività; 23%). L’8% degli intervistati svolgeva più di un’occupazione o era in pensione.
La selezione del modello ha mostrato che l’età, la pesca di sussistenza, l’irrigazione e la balneazione erano i principali predittori dell’avvistamento delle P. cantorii. Tuttavia, la balneazione non è stata inserita nel modello finale perché non era statisticamente significativa e gli intervistati che utilizzavano il fiume per bagnarsi lo utilizzavano anche per altre attività. Gli intervistati che utilizzavano il fiume per la pesca di sussistenza e per l’irrigazione avevano una maggiore probabilità di avvistare la tartaruga rispetto a coloro che utilizzavano il fiume solo per lavarsi. La probabilità di aver visto esemplari di P. cantorii aumentava anche con l’età degli intervistati: il 76% degli intervistati di età pari o superiore a 60 anni ha riferito di aver osservato direttamente delle P. cantorii, rispetto solo al 28% degli intervistati di età inferiore ai 30 anni.
Quasi la metà (48%; n = 72) degli intervistati ha riferito di aver visto una P. cantorii almeno una volta nella vita. Di questi intervistati, il 68% (n = 49) ha riferito di aver visto la tartaruga solo una volta, e il 32% (n = 23) ha riferito di averla vista più di una volta. La maggior parte degli intervistati che avevano osservato la specie (81%, n = 58) hanno riferito di aver avvistato l’esemplare nel pomeriggio, tra le 12:00 e le 15:00. I risultati del test esatto di Fisher hanno mostrato anche un’associazione statisticamente significativa tra l’avvistamento della specie e l’ora del giorno con la probabilità di avvistamento della specie di giorno sette volte superiore rispetto a quella di notte.
Gli avvistamenti di P. cantorii sono stati più frequenti tra il mese di marzo e quello di maggio (n = 32). Soltanto otto avvistamenti tra novembre e febbraio), un solo intervistato ha riferito di aver visto la specie durante il mese di settembre, sei durante il monsone di nord-est (ottobre-novembre) e più di un terzo degli intervistati (n = 25) non era sicuro di quando aveva osservato la tartaruga. I risultati del test esatto di Fisher hanno mostrato che la probabilità di avvistare un individuo era 11 volte più alta durante la stagione secca che durante i monsoni.
Dal pool di intervistati è stata creata una “rete di allerta” che comprendeva 35 informatori chiave che vivevano vicino all’area di studio e che ha identificato individui con informazioni sostanziali sulle specie oggetto. La motivazione alla base della creazione di una rete locale era quella di coinvolgere le comunità locali nella raccolta dei dati e creare una rete di monitoraggio sostenibile e guidata a livello locale per le specie. Finora, la rete ha prodotto 24 chiamate che hanno segnalato nove avvistamenti diretti e indiretti, sette eventi di catture accessorie e sei nidi di P. cantorii nel periodo 2019-2022. Tutte le tartarughe catturate accidentalmente sono state salvate e rilasciate nei luoghi di cattura. Le segnalazioni ottenute tramite la rete di allerta hanno confermato la presenza di una popolazione nidificante e fornito informazioni sull’ecologia della nidificazione della specie.
Discussione
In questo studio, sono state raccolte informazioni sulla Pelochelys cantorii dalle conoscenze delle comunità che vivono adiacenti al fiume Chandragiri nel distretto di Kasaragod, Kerala, India. Mentre gli studi precedenti hanno faticato a raccogliere dati sulla specie utilizzando tecniche di indagine ecologica, questo studio ha registrato molteplici rapporti di avvistamento e informazioni ecologiche critiche, evidenziando l’importanza della conoscenza ecologica locale come fonte di dati e delle interviste basate sulla comunità per ottenere tali dati. I dati presentati nello studio aiuteranno a progettare future strategie di indagine per P. cantorii e a dirigere il lavoro in corso per registrare informazioni ecologiche fondamentali per la conservazione della specie. Si è scoperto che solo le persone che utilizzano regolarmente il fiume per la pesca di sussistenza e per l’irrigazione erano in grado di fornire informazioni sulla specie. I risultati confermano la presenza di esemplari di P. cantorii nel sito di studio e suggerisce che i locali hanno percepito che la popolazione è diminuita negli ultimi decenni. Tuttavia, le informazioni raccolte attraverso le interviste mostrano che la maggior parte degli avvistamenti si è verificata nel periodo 2010-2019 e prevalentemente nel 2019. In combinazione con un potenziale effetto recency, per cui gli intervistati ricordano per lo più solo il passato più recente, ciò potrebbe aver aumentato la frequenza degli avvistamenti segnalati nel periodo immediatamente precedente l’indagine. Questa distorsione è stata potenzialmente aumentata dalla copertura giornalistica di una moria di massa di pesci in una pozza profonda e isolata del fiume Chandragiri nel maggio 2019. Sono stati raccolti molteplici resoconti corroboranti di catture accessorie, avvistamenti e nidificazione, dando fiducia nella validità dei dati.
Il test esatto di Fisher ha mostrato che gli avvistamenti erano indipendenti dal tipo di habitat ma in precedenza è stato osservato che la specie abita le aree profonde delle pozze del fiume Mekong in Cambogia (Emmett, 2009), e resoconti simili sono stati condivisi dalle comunità locali di Odisha, India (Behera et al., 2019). Non è chiaro se la specie preferisca un tipo di habitat rispetto a un altro o se queste osservazioni possano essere attribuite alla disponibilità dell’habitat. I risultati di questo studio potrebbero essere distorti a causa delle dimensioni ridotte del campione utilizzato nel test. È anche possibile che alcuni intervistati abbiano interpretato erroneamente la domanda sul tipo di habitat e quindi i dati potrebbero essere distorti. L’analisi suggerisce inoltre che esiste una forte associazione positiva tra la stagione secca e gli avvistamenti di P. cantorii. Ciò potrebbe essere influenzato dai modelli di utilizzo del fiume e delle aree adiacenti da parte degli intervistati, nonché dai cambiamenti stagionali che potrebbero alterare la probabilità di avvistamento. Alcuni informatori chiave hanno ipotizzato che la specie potrebbe spostarsi verso il mare o rifugiarsi nelle sezioni più profonde del fiume durante i monsoni. Dai rilievi emerge poi che la specie viene avvistata prevalentemente nelle ore pomeridiane, sempre in acqua e mai crogiolarsi sulle rive del fiume.
L’ecologia della nidificazione e della riproduzione di questa specie è poco studiata ed è stato precedentemente suggerito che in India la specie si sposti verso gli habitat degli estuari nel periodo agosto-ottobre per riprodursi, ma è stata segnalata anche la nidificazione nel periodo dicembre-marzo (Behera et al., 2019). Solo pochi degli informatori di questo studio avevano informazioni sul periodo di nidificazione: un informatore ha segnalato la nidificazione nel periodo novembre-dicembre, cinque nel periodo gennaio-marzo e tre nel periodo aprile-maggio. Tuttavia, gli informatori chiave hanno riferito che la nidificazione della specie si è verificata costantemente nel periodo gennaio-febbraio nell’arco dei 3 anni (2020-2022). Il team ha monitorato questi nidi, confermando che il periodo di nidificazione della specie è compreso tra gennaio e febbraio in Kerala..
Nell’area di studio, la P. cantorii è minacciata dal consumo della sua carne, nonostante il suo status protetto e le sanzioni per la caccia, il commercio e il consumo della specie. Sebbene la specie non presenti particolari benefici nutrizionali o medicinali (Emmett, 2009) e la qualità della sua carne è scarsa (Pastore, 2000), in alcuni luoghi si ritiene che la carne delle P. cantorii curi la paralisi e la dispnea. Dalle interviste è emerso che le tartarughe, ogni volta catturate, venivano consumate o vendute localmente. Tuttavia, questi rapporti potrebbero non riflettere i reali livelli di caccia e consumo, dato che molti intervistati potrebbero aver percepito come delicate le domande relative a queste attività. Le richieste di salvataggio delle tartarughe effettuate durante lo studio attraverso la rete di allerta suggeriscono che la consapevolezza tra le comunità locali riguardo alla specie e alla sua protezione legale può ridurre le uccisioni attraverso la cattura accessoria o la caccia mirata. Inoltre, un’adeguata formazione degli agenti forestali e una rigorosa applicazione delle leggi esistenti potrebbero potenzialmente ridurre questa minaccia.
I risultati di questo studio hanno permesso, in collaborazione con i governi locali, di condurre molteplici sessioni di formazione e sensibilizzazione (gennaio 2020, gennaio 2021, marzo 2021) con gli informatori chiave sul salvataggio e il rilascio sicuro delle tartarughe catturate accidentalmente. Sono stati istituiti anche numeri di assistenza per segnalare in modo anonimo l’attività di caccia e i nidi inondati e sono state avviate iniziative per assumere membri della comunità locale per partecipare a programmi di protezione dei nidi. Lo studio dimostra quindi l’importanza e il valore della conoscenza ecologica locale per comprendere e affrontare i problemi di conservazione delle specie sfuggenti e minacciate a livello globale. L’integrazione su larga scala di questo approccio per la raccolta di dati ecologici sulle Pelochelys cantorii potrebbe colmare le lacune nelle conoscenze e contribuire a ridurre il rischio di estinzione a cui va incontro questa specie.