Sempre più spesso, si preferisce usare la corteccia di sughero per creare la zona emersa nelle vasche e/o negli acquari delle nostre tartarughe, visto che da un aspetto naturale, poi è economica ed è anche amata dalle tartarughe stesse. Se inseriamo però la corteccia nell’acqua senza trattarla, vedremo che questa inizierà a perdere la trasparenza e quindi si intorpidirà. L’acqua diventerà scura a causa del tannino rilasciato dalla corteccia a contatto con l’acqua.
Il tannino è un antiossidante naturale e quindi non nocivo per le nostre tartarughe, anzi ha anche effetti benefici. Infatti se le tartarughe nuotano in acqua con tannino, quest’ultimo agirà come antibatterico e antifungino; invece se berranno l’acqua con il tannino, quest’ultimo agirà da antidiarroico.
Nonostante le sue funzioni benefiche, non è molto estetico (come detto su) e quindi bisogna trattare la corteccia in modo che perda quasi tutto, se non tutto, il suo tannino. Ci sono vari modi per farlo, di seguito ne verranno elencati quattro!
Metodo n°1 – Ammollo
Il primo metodo è quello più facile da mettere in atto, ma molto lungo nel tempo e quindi poco comodo.
Bisogna inserire la corteccia di sughero in un recipiente pieno d’acqua, per almeno un mese. Questo procedimento, farà in modo che il sughero rilasci il tannino tramite la reazione naturale che avviene a contatto con l’acqua. Il pezzo di sughero andrà tenuto sul fondo con un peso, altrimenti le sue proprietà di galleggiamento, indurranno il pezzo ad uscire dall’acqua. Ovviamente l’acqua andrà cambiata ogni volta che avrà raggiunto una colorazione scura e il sughero andrà sciacquato.
Questo processo andrà ripetuto finchè l’acqua in cui è lasciato in ammollo, non rimarrà trasparente o comunque leggermente giallina.
Metodo n°2 – Bollitura
Il secondo metodo non è complicato, ma lo diventa se il pezzo di corteccia che vogliamo utilizzare, supera una certa lunghezza/larghezza. Infatti questo metodo, consiste nel bollire il pezzo di sughero immergendolo completamente in una pentola o in un contenitore pieno d’acqua, che verrà messo su una fiamma alta.
Grazie alle alte temperature, il tannino si decompone e quindi viene rilasciato molto più in fretta del primo metodo. L’operazione ovviamente dovrà essere ripetuta, cambiando l’acqua, finchè essa non rimarrà trasparente o comunque leggermente giallina.
Nel caso in cui il pezzo sia troppo grande per essere bollito, anche bollendo prima un’estremità e poi l’altra, bisogna passare a uno dei due metodi successivi o ritornare al primo.
Metodo n°3 – Uso della Soda Caustica
Il terzo metodo bisogna metterlo in atto seguendo precise norme ed evitando di prendere iniziative. Infatti consiste nell’utilizzo della soda caustica, sostanza molto corrosiva e capace di sviluppare calore a contatto con l’acqua (quindi anche con il sudore). Perciò si consiglia di utilizzare guanti e occhiali protettivi, se intendete mettere in atto questo metodo.
Nonostante la soda caustica (Idrossido di sodio) sia dotata di queste proprietà “pericolose”, può aiutarci notevolmente nel nostro intento. Essa infatti, grazie alla reazione con l’acqua, aiuta a far espellere molte sostante dai legni (quindi anche dal sughero), liberando così quest’ultimo dal tannino.
Bisogna prima di tutto procurarsi un grosso contenitore, anche di plastica (tipo bidoni per la differenziata). Riempiamo poi, il contenitore con acqua bollente, più è calda e più è alto il potere reagente, e inseriamo al suo interno il sughero, facendo in modo che resti fermo sott’acqua (se il contenitore è piccolo, ripetiamo l’operazione prima da un alto e poi dall’altro). Fatto ciò, inseriamo all’interno del contenitore, quindi nell’acqua, la soda caustica: per ogni 15/20 litri inseriamo almeno mezzo bicchiere di soda in scaglie. Ricordo ancora una volta che la soda, a contatto con l’acqua causa una reazione esotermica, cioè tende a riscaldarla e perciò va fatta molta attenzione.
Lasciamo riposare il tutto per circa 15-20 minuti, dopodiché sciacquiamo il pezzo di sughero sotto un forte getto d’acqua e lo lasciamo asciugare completamente. Una volta che si è asciugato completamente, ripetiamo l’operazione con la soda, risciacquandolo dopo 20minuti e facendolo riasciugare.
Successivamente inseriamo il sughero in un contenitore con semplice acqua, a temperatura ambiente e lo lasciamo in ammollo per circa 12 ore. Passate le 12 ore, ripetiamo il tutto dall’inizio. Dopo aver trattato il sughero per la seconda volta, lo sciacquiamo per bene (cosa fondamentale) e lo inseriamo nella vasca.
Ripeto che va sciacquato molto bene il sughero dopo queste operazioni, se è possibile sfregare anche il pezzo con uno spazzolino. Piccole tracce possono comunque rimanere, dato che risultano non dannose per le tartarughe.
Metodo n°4 – Uso del Bicarbonato di Sodio
Questo metodo è molto simile al terzo, con eccezione fatta per il componente chimico utilizzato. Infatti questo processo viene fatto con il bicarbonato di sodio invece che con la soda caustica. Inutile riscrivere il procedimento, visto che è il medesimo del terzo metodo.
Un’altra differenza essenziale però, è il tempo; infatti il bicarbonato di sodio agisce più lentamente e il processo va ripetuto più volte!
© Copyright – Tartapedia
RIPRODUZIONE CONSENTITA SOLO IN PARTE E SOLO SE ACCOMPAGNATA DA LINK ALLA FONTE
NON E’ CONSENTITA ALTERAZIONE DEL TESTO ORIGINALE