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Home News

I moli nei pressi delle nidificazioni “uccidono” le tartarughe

Domenico Vitiello by Domenico Vitiello
20 Maggio 2019
in News, News dal mondo, Pubblicazioni scientifiche
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“High predation of marine turtle hatchlings near a coastal jetty” è il documento pubblicato sulla principale rivista internazionale di scienza della conservazione “Biological Conservation“, nel quale è stata riportata una nuova ricerca che ha rivelato che le piccole tartarughe marine nate su spiagge vicine a moli e banchine, hanno un’alta probabilità di essere predate dai pesci.

L’autrice principale Phillipa Wilson, dottoranda presso la University of Western Australia (sotto la supervisione dell’Australian Institute of Marine Science), ha riferito che è stato scoperto che i moli rappresentano un rifugio attraente per un gran numero di pesci predatori, come il “Lutiano delle Mangrovie“. «Questi pesci usano le banchine per nascondersi durante il giorno, mentre di notte si allontanano lungo la costa in cerca proprio delle baby tartarughe».

Il team composto da scienziati della UWA, dell’AIMS, del DBCA (Department of Biodiversity, Conservation and Attractions dell’UWA) e del “Pendoley Environmental” ha monitorato un nido di “Natator depressus” presente su una spiaggia di Thevenard Island fino alla sua schiusa. Su ben 61 hatchlings sono stati applicati tag ad emissione sonora, utili per lo studio dei loro spostamenti nell’oceano.

Quando le piccole tartarughe raggiungono il mare per la prima volta, nuotano rapidamente in direzione rettilinea per potersi allontanare dalla spiaggia e dirigersi verso la relativa sicurezza del mare aperto.  «Tuttavia, le tartarughine che abbiamo seguito si son comportate in modo anomalo, nuotando parallelamente alla battigia ed alcune di giorno le abbiamo rintracciate ferme sotto il molo. E’ stato allora che ci siamo resi conto che non stavamo più monitorando il nuoto delle tartarughe ma il segnale ci arrivava direttamente dallo stomaco del pesce che le aveva ingurgitate» ha detto la PhD Wilson.

Lo sviluppo costiero rappresenta dunque, un’ulteriore minaccia per la sopravvivenza delle tartarughe marine di tutto il mondo e questa ricerca deve far comprendere agli ingegneri gli impatti ambientali delle infrastrutture nei pressi di spiagge interessate dalle nidificazioni. Ricordiamo che, ad oggi, solo una percentuale bassissima (meno dello 0,1%) delle tartarughe arriva all’età riproduttiva…

Tags: Australiaminaccericercatartarughetartarughe marine

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