Domenica scorsa, sulla spiaggia di Pontal do Ipiranga a Linhares, città del sud-est del Brasile, sono state trovate numerose tracce di petrolio. Questo è il secondo ritrovamento avvenuto nel giro di pochi giorni in questa zona del paese; giovedì ad essere contaminata era stata la spiaggia di Guriri a São Mateus.
All’inizio di ottobre, ci fu un’enorme risonanza mediatica riguardo episodi simili avvenuti, nel giro di un mese, su oltre 120 spiagge paradisiache del nord-est del Brasile, con decine di tartarughe marine morte o spiaggiate. Purtroppo le analisi di campionamento del greggio non hanno ancora fornito elementi che possano aiutare ad individuare la falla da cui fuoriesce.
L’unica certezza è che quello “spiaggiatosi” da settembre ad ottobre nel nord del Brasile e questo rinvenuto nello stato di Espirito Santo, sono lo stesso tipo di petrolio. La compagnia petrolifera statale Petrobas, nonostante non produca e non commercializzi questa tipologia di greggio, ha dato piena disponibilità per aiutare nella pulizia delle spiagge colpite.
La situazione comunque preoccupa e non poco i biologi dell’organizzazione “Projeto TAMAR“: «Siamo nella stagione riproduttiva, che durerà almeno fino a marzo. Il rischio è che le femmine seppelliscano le loro uova insieme al petrolio, con il pericolo che gli hatchlings vengano a contatto con l’olio appena fuoriusciti dall’uovo».
Lungo i 43 km di costa regionale sono stati individuati fino ad oggi 206 nidi di Caretta caretta ed una deposizione di Dermochelys coriacea. Per garantire altre nidificazioni in sicurezza e per evitare problemi alle piccole tartarughe marine che nasceranno, sessanta militari della Marina e quindici dipendenti dell’IBAMA (Istituto brasiliano dell’ambiente e delle risorse naturali rinnovabili) saranno impiegati nella pulizia delle spiagge interessate dal lieto evento.