Un fenomeno davvero insolito è quello che sta interessando le tartarughe marine spiaggiate sulle coste italiane in questi primi quarantasette giorni dell’anno. Una percentuale mai registrata prima è infatti costituita da esemplari baby, lunghi al massimo poco più di dieci centimetri.
La prima piccola Caretta caretta fu rinvenuta sulla costa laziale nei primissimi giorni di gennaio, seguita poi dopo un paio di settimane da altre due “sorelline”, tutte ricoverate attualmente presso il Centro Ricerche Tartarughe Marine “Anton Dohrn” di Portici (NA).
Non è andata meglio sul litorale ligure, dove in venti giorni sono state addirittura sei le baby tartarughe spiaggiatesi a causa delle forti mareggiate. Solo quattro di esse però, hanno avuto la possibilità di raggiungere il Centro di Recupero gestito dall’associazione toscana “tartAmare” poichè le altre due sono state rinvenute già senza vita, una a Livorno il 30 gennaio scorso ed una ieri sulla spiaggia di Chiessi all’Isola d’Elba (LI).
Tale inconsueto fenomeno non è comunque esclusivo della costa occidentale ma purtroppo, negli ultimi giorni, sta riguardando anche quella adriatica. In appena ventiquattro ore infatti, sono state recuperate due piccole Caretta caretta tra Cesenatico (FC) ed Ancona ed una in provincia di Chieti. Le prime due, rinvenute rispettivamente domenica e lunedì mattina, sono state accolte a Riccione (RN) dall’Ospedale delle Tartarughe gestito dalla “Fondazione Cetacea”, mentre quella abruzzese è stata ricoverata domenica in stato d’ipotermia presso il CRTM “Luigi Cagnolaro” di Pescara.
Scendendo più a sud la situazione non migliora affatto. Dal 17 gennaio scorso, al CRTM del Museo di Storia Naturale del Salento sono arrivati ben cinque piccoli esemplari, di cui tre recuperati tra ieri ed oggi pomeriggio. «Anche nei primi mesi del 2020 abbiamo ricoverato diversi hatchlings» ha affermato Piero Carlino, responsabile del Centro.
Non si conosce ancora il motivo dell’aumento degli spiaggiamenti delle piccole tartarughe marine. Le ipotesi, ad oggi, sono oggetto di studio da parte di esperti qualificati ma potrebbero semplicemente essere ricollegate all’esponenziale aumento del numero dei nidi nell’estate 2020 rispetto alle precedenti.