Era il 26 ottobre scorso quando la carcassa di una grossa Caretta caretta riaffiorava dalle acque del porto di Barletta (BT), restando a galla nonostante fosse stata legata a un macigno, utilizzato molto probabilmente per far adagiare per sempre sul fondo l’esemplare, nascondendo così il barbaro gesto.
Se allora si pensò che potesse essere un’azione isolata da poter magari attribuire a un qualche pescatore ignorante ma comunque non giustificabile, oggi si teme che ci si trovi di fronte a un vero e proprio killer di tartarughe. Nelle ultime settimane infatti, esattamente in dodici giorni, sono ben quattro le Caretta caretta rinvenute senza vita e legate con pinne e collo a grossi massi.
Domenica 8 gennaio una grossa tartaruga è stata trovata nello stesso luogo e nelle stesse condizioni della prima, causando così nuovamente sgomento tra i residenti e tra gli operatori del Centro Recupero Tartarughe Marine WWF Molfetta.
Purtroppo però, dopo soli 5 giorni, gli uomini della Capitaneria di Porto hanno rinvenuto due esemplari legati tra di loro con le pinne e fatti annegare con un blocco di cemento. La prova che le tartarughe vengano gettate sul fondo ancora in vita, la si è avuta subito. Una delle due, nel tentativo di liberarsi da quella morsa letale, si è amputata da sola una pinna ma non è riuscita lo stesso a liberarsi del tutto dal macigno ed è morta affogata.
Nonostante le denunce di Pasquale Salvemini, responsabile del CRTM WWF Molfetta, trasmesse anche in Rai e su Sky e nonostante i controlli approfonditi da parte della Guardia di Finanza, non è stato ancora individuato l’assassino ma anzi, venerdì 20 gennaio è stata trovata la quinta tartaruga ammazzata.
Ancora una volta le pinne sono state legate a un peso, stavolta realizzato con il freno a disco di un veicolo. Il sospetto è rivolto principalmente verso i pescatori che utilizzano reti da posta e che possono vedere la tartaruga come una concorrente.
Sperando che questo sia l’ultimo esemplare ucciso e che il mare non nasconda altre vittime non riaffiorate dal fondo, ci uniamo all’appello delle forze dell’ordine e degli addetti del CRTM, affinchè chiunque abbia sospetti o indizi concreti si faccia avanti per poter così fermare al più presto tale mattanza.