Descrivere quanto scoperto lo scorso venerdì 24 febbraio sulla Rte de la Soukra a Sfax, seconda città e centro economico della Tunisia, ci risulta davvero molto difficile.
L’ecologo tunisino Hamed Mallat ha denunciato sul suo profilo Facebook la brutale uccisione di quattro tartarughe marine da parte di un pescatore e di un suo giovane collaboratore (non sappiamo se siano padre e figlio).
Erano circa le ore undici quando sulla strada verso il “FSS Rescue Centre“, il centro di recupero per tartarughe marine della Facoltà di Scienze dell’Università di Sfax, Hamed ha rinvenuto in un cumulo di immondizia le teste mozzate delle Caretta caretta e ciò che restava delle carcasse smembrate.
Grazie ad alcune testimonianze, si è scoperto che i due avevano pubblicato sul social network TikTok l’intero video del massacro, con tanto di risate mentre decapitavano gli esemplari con una sorta di machete, bloccandoli sul fondo dell’imbarcazione con un piede sul piastrone e sulle pinne.
Hamed ha denunciato il tutto alle autorità di polizia locali, chiedendo poi anche la collaborazione dei negozianti circostanti alla zona affinchè, una volta aperta l’indagine, possano collaborare consegnando le registrazioni a circuito chiuso.
Secondo alcune voci del posto, lo scopo di queste uccisioni è quello di vendere al mercato nero la carne delle tartarughe, nonostante negli ultimi anni si sia fatta una forte campagna di sensibilizzazione riguardo i danni alla salute umana derivanti dal consumo di tale carne.
Ci teniamo comunque a ricordare che la Tunisia, negli ultimi vent’anni, è stato uno degli stati mediterranei più attivi per la conservazione delle tartarughe marine e un episodio così increscioso, da condannare senza se e senza ma, non può e non deve macchiare un’intera popolazione e quanto finora di buono è stato fatto.