Si stava recando a lavoro come tutte le mattine, quando all’improvviso gli è balzato all’occhio uno scatolone posto nei pressi dell’ingresso del Centro Recupero Fauna Selvatica “Il Pettirosso” di Modena. È stato così che Piero Milani, fondatore e responsabile del suddetto centro, ha rinvenuto ben trenta testuggini terrestri, di diverse dimensioni ed età, lasciate in quell’angolo probabilmente dallo stesso proprietario.
Allertati da Milani, sul posto sono giunti gli uomini dei Nucleo CITES dei Carabinieri Forestali di Modena, i quali hanno accertato che nessuno degli esemplari era provvisto di microchip, obbligatorio per la legale detenzione. La Testudo graeca e le ventinove Testudo hermanni sono state dunque poste sotto sequestro e, in attesa della decisione dell’Autorità Giudiziaria, sono state affidate al medesimo centro.
Sono state avviate le indagini per risalire all’autore di tale abbandono, il quale rischia una onerosa sanzione per possesso illegale di specie protetta. In ogni caso, non gli si può negare che ha deciso di lasciare gli esemplari in un luogo “ideale” e non nei pressi di un cassonetto dell’immondizia, come avvenuto lo scorso 25 agosto in provincia di Varese, o in un’area boschiva, col pericolo di inquinare la genetica della fauna autoctona e mettendo a rischio anche la vita delle sue testuggini non abituate a tale ambiente.