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Primo tentativo documentato di nidificazione della tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) nel Mediterraneo

Arturo Inturri by Arturo Inturri
14 Novembre 2025
in News, Pubblicazioni scientifiche
Primo tentativo documentato di nidificazione della tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) nel Mediterraneo
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Jony M, Salhab S, Rees AF. The First Leatherback Sea Turtle Observed During a Nesting Attempt in the Mediterranean. Chelonian Conservation and Biology: Celebrating 25 Years as the World’s Turtle and Tortoise Journal. Published online 31 October 2025. doi: 10.2744/CCB-1671.1

Abstract

Le spiagge sabbiose del Mediterraneo ospitano regolarmente la nidificazione di Caretta caretta e Chelonia mydas, ma non sono considerate siti riproduttivi della tartaruga liuto (Dermochelys coriacea). Riportiamo la prima osservazione confermata di una tartaruga liuto emersa su una spiaggia mediterranea durante un tentativo di nidificazione nel luglio 2024. L’animale non ha scavato la camera ovigera né deposto uova, ritornando in mare a causa della presenza di persone, luci e arredi balneari che ne hanno disturbato il comportamento.

Sviluppo dello studio

Lo studio documenta un evento eccezionale: il primo tentativo di nidificazione di una tartaruga liuto nel Mediterraneo mai confermato con prove visive inequivocabili.

L’osservazione è avvenuta nella notte del 3 luglio 2024 a Wadi Kandil, sulla costa settentrionale della Siria. Una femmina adulta di Dermochelys coriacea è emersa dalla battigia poco dopo la mezzanotte, abbattendo tavoli e sedie presenti sulla spiaggia e attirando l’attenzione dei residenti. I testimoni hanno fornito fotografie e video successivamente analizzati dagli autori dello studio.

Le immagini hanno permesso di determinare con precisione:

  • la specie, identificabile dall’assenza di scuti sul carapace e dalla presenza delle 7 carene longitudinali tipiche della liuto;
  • il sesso femminile, rilevato dalla coda corta, non estesa come nei maschi adulti;
  • la dimensione dell’animale, con un carapace stimato oltre 160 cm;
  • lo stato sanitario generale, buono nonostante ferite pregresse.

L’individuo presentava infatti:

  • cicatrici profonde attorno a collo e “spalle”, compatibili con una precedente intrappolamento in attrezzi da pesca;
  • una mandibola inferiore deformata, probabilmente frutto di un trauma;
  • una tacca netta sulla pinna posteriore sinistra.

Nonostante questi segni, la tartaruga era vigorosa e attiva, il che indica che tali lesioni non ne compromettevano l’alimentazione.

Durante l’emersione, visibilmente disturbata da rumori, luci artificiali e presenza ravvicinata di persone, la tartaruga ha più volte cambiato direzione, tentando comunque di rimanere in zona d’emersione. Tuttavia, l’intensificarsi della folla e degli ostacoli sulla spiaggia l’hanno costretta a rientrare in mare senza scavare e senza deporre le uova.

Gli autori confrontano questo caso con la letteratura storica: negli ultimi decenni sono stati segnalati episodi non confermati di possibili nidificazioni di liuto in Italia, Israele, Tunisia e Sicilia, ma mai esisteva una documentazione visiva completa e incontestabile.

Il sito dell’evento, Wadi Kandil, è noto come sito minore di nidificazione di Chelonia mydas: la profondità e granulometria della sabbia sarebbero compatibili anche con la nidificazione della liuto, fattore che rende l’episodio particolarmente significativo dal punto di vista biologico.

Gli autori suggeriscono che questo comportamento possa essere correlato al riscaldamento del Mediterraneo, che negli ultimi anni ha favorito l’espansione verso ovest e nord dei siti riproduttivi di Caretta caretta e, più di recente, l’apparizione di nidi sporadici di Chelonia mydas fuori dal loro range storico.

Conclusioni

I tentativi di nidificazione della tartaruga liuto nel Mediterraneo sono estremamente rari, e negli ultimi 40 anni non ne era stato riportato alcuno. Molti dei precedenti casi storici rimangono dubbi. L’osservazione qui descritta rappresenta la prima prova documentale inequivocabile di un’emersione per tentativo di nidificazione di Dermochelys coriacea in questa regione, sebbene l’animale non abbia formato una camera né deposto uova.

Se non fosse stato per la forte interferenza antropica, è possibile che la tartaruga avrebbe potuto nidificare sulla spiaggia, la quale è già utilizzata da Chelonia mydas e presenta caratteristiche idonee alla nidificazione.

Alla luce del riscaldamento in atto del Mediterraneo e della crescente espansione dei siti riproduttivi di Caretta e Chelonia, è probabile che casi simili possano verificarsi più frequentemente in futuro. Per questo gli autori raccomandano che, qualora una tartaruga liuto venga incontrata su una spiaggia mediterranea, vengano raccolti campioni biologici (tessuti, embrioni, uova non schiuse) così da compiere analisi genetiche e biochimiche che possano chiarire l’origine della popolazione e documentare in modo definitivo eventuali nuove nidificazioni.

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