Il 14 febbraio 2018 è entrato in vigore il DL 230/2017 che vieta la riproduzione, l’acquisto e la vendita, lo scambio e la cessione gratuita di tutti gli esemplari appartenenti alla specie Trachemys scripta. Inoltre, ne è vietato il rilascio in natura e la detenzione, quest’ultima però concessa a coloro che hanno effettuato denuncia di possesso entro il 31/08/2019.
Ma se chi non ha provveduto a inoltrare tale dichiarazione può da un lato dare la colpa alla scarsa diffusione della notizia da parte degli organi di informazione, dall’altro lato c’è da sottolineare che una fetta di proprietari ha volontariamente deciso di non denunciare il possesso per motivi ignoti o non condivisibili.
Di conseguenza i corsi d’acqua italiani sono diventati delle discariche di tartarughe, ove chi non può più detenerle decide di abbandonarle, magari anche sperando di dare loro la libertà. Questa specie però è americana ed è stata dichiarata invasiva in tutta l’Unione Europea a causa dei danni provocati a flora e fauna autoctona.
L’Assessorato all’Ambiente del comune di Rimini ha deciso di fermare tale scempio e in collaborazione con il WWF e con la società Anthea (conservazione, valorizzazione e gestione del territorio comunale) ha redatto un progetto di eradicazione di questi esemplari dal lago Mariotti sito all’interno del parco “Giovanni Paolo II“, nonchè dei due vicini laghetti della Ghirlandetta.
Lo scorso 26 luglio è stata posizionata la prima delle gabbie-trappola per la cattura incruenta dei circa trecento esemplari stimati. I controlli verranno effettuati con tempistiche costanti dalle guardie ecozoofile e le testuggini recuperate saranno trasferite presso una delle tre strutture regionali autorizzate, esattamente presso il centro ubicato in località Tramuschio di Mirandola (MO).
L’operazione avrà una durata massimo di 80 giorni, con il probabile utilizzo di più gabbie contemporaneamente, vista la grandezza soprattutto del lago Mariotti. Nel frattempo, lungo le sponde, sono stati istallati grossi cartelloni che spiegano ai visitatori i motivi di tale progetto ma soprattutto ricordano il divieto di abbandono di qualsiasi esemplare nei corsi d’acqua.