La Chelydra serpentina, specie comunemente nota come “tartaruga azzannatrice”, a seguito del Decreto del Ministero dell’Ambiente del 19 aprile 1996, è inserita tra gli animali che possono costituire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica e di cui ne è vietata la detenzione (salvo rarissime eccezioni).
Nonostante tale DL sia in vigore da quasi trent’anni, in Italia ancora oggi sono diverse le segnalazioni annuali circa ritrovamenti di questa specie. Nel 2021, nell’arco di soli tre mesi, furono rinvenute in un laghetto comunale in provincia di Imperia addirittura nove esemplari tra Chelydra serpentina e Macrochelys temminckii, quest’ultima pecie comunemente nota come “tartaruga alligatore” e anch’essa inserita nel medesimo Decreto.
Quest’anno la prima segnalazione è arrivata due giorni fa, quando un residente di Capena, comune a nord di Roma, ha trovato nel suo giardino una strana tartaruga mai vista prima. L’uomo ha chiesto aiuto prima a sua figlia per l’identificazione dell’animale e poi, una volta compreso che si trattasse di una specie vietato ma soprattutto pericolosa, ha immediatamente contattato i Carabinieri della caserma locale.
Sul posto sono intervenuti i militari del comando Forestale di Sant’Oreste (RM), i quali si sono avvalsi della collaborazione del naturalista zoologo Andrea Lunerti che ha prelevato la Chelydra dal secchio in cui era stata intrappolata e ne ha verificato, con una prima analisi visiva, l’ottimo stato di salute. Il giovane esemplare di appena 27 cm di lunghezza è stato affidato allo stesso Lunerti, in attesa che l’Autorità Giudiziaria individui un centro idoneo alla sua detenzione.
In questa zona del romano non è la prima volta che vengono individuati esemplari vaganti. L’ultimo esattamente un anno fa in una fontana condominiale a Monteverde, al punto che si pensa che esse si siano riprodotte nel Tevere, come lo stesso Lunerti ha confermato in un’intervista a Repubblica: «A Nord di Roma e zone Tevere ci sono buone probabilità che abbiamo iniziato a riprodursi».