Purtroppo gli indigeni avevano ragione quando, a fine 2011, protestarono contro la costruzione della nuova diga di Belo Monte. Allora non bastarono le 1200 tartarughine liberate nel fiume Xingu a fermare l’enorme opera.
Oggi, a soli tre mesi dall’apertura della controversa centrale idroelettrica, i danni ambientali hanno già toccato cifre enormi con quasi venti tonnellate di pesci morti e la distruzione delle baie preferite dalle enormi tartarughe palustri per deporre.
La biologa Cristiane Costa ha spiegato che la moria dei pesci è cominciata a fine novembre 2015 quando la Norte Energia, il consorzio pubblico-privato che si è aggiudicato il progetto, ha deviato l’80% del flusso della Volta Grande del fiume Xingu per poter riempire il serbatoio della centrale.
Infatti i pesci rimasti intrappolati nella Volta Grande non hanno avuto possibilità di sopravvivenza a causa dell’alta temperatura e del basso livello di ossigeno presente nella restante acqua.
«È stato un errore grave per Ibama (Istituto brasiliano per l’ambiente ) concedere l’autorizzazione a procedere durante il periodo dell’estate sudamericana (nov-mar), periodo di grande siccità e soprattutto periodo di riproduzione di pesci e tartarughe. Infatti ogni anno circa 20.000 tartarughe della specie Podocnemis expansa migrano lungo il fiume per arrivare in questa zona e deporre» dice Costa.
Nonostante la presenza di una clausola contrattuale che impone la corretta gestione delle spiagge di nidificazione, la Norte Energia negli ultimi tre anni non ha adeguatamente protetto le tartarughe durante la fase riproduttiva, rendendole facili bersagli per i predatori. Inoltre, ingombranti chiatte utilizzate per il trasporto dei macchinari hanno spaventato le tartarughe, facendole scappare e ritardando così le deposizioni.
«Questo ha conseguenze drammatiche» spiega Costa. «Deponendo le uova in ritardo, la probabilità che i loro nidi vengano inondati dall’acqua delle prime piogge di fine estate è maggiore”
Nel frattempo, ad aprile 2016, la Norte Energia è stata multata di 35 milioni di R$ (pari a quasi 10 milioni di euro) per la grossa moria di pesci. Inoltre a giugno, lo stato brasiliano di Parà ha creato a proprie spese, per accelerare i tempi, quattro riserve per le tartarughe.
Ora si stanno cercando soluzioni per evitare la scomparsa di queste tartarughe dal fiume Xingu e soprattutto si cercano soluzioni per le popolazioni indigene (circa 25 mila abitanti) che sono state letteralmente spazzate via dalla costruzione di questa diga. La loro economia fluviale è stata abbattuta e, a causa anche dell’assenza di misure efficaci da parte del governo per combattere le irregolarità della Norte Energia, è stata calpestata la loro esistenza geografica.
Ricordiamo che nel 2011 fu firmato un accordo bilaterale con cui la Norte Energia si impegnava a versare alle nove popolazioni locali una cifra corrispondente ad un miliardo di dollari americani. Ma purtroppo, dopo cinque anni, solo il 15% di quella cifra è stato realmente ricevuto dagli indigeni.