Nel nostro paese la detenzione di animali esotici si sta diffondendo sempre più, quasi come se fosse diventata una moda. Le tartarughe sono, tra gli animali esotici detenuti, al terzo posto come diffusione. Infatti se ne contano oltre un milione, cioè una ogni 5 abitanti over 14 e sono precedute solo dai pesci (16 milioni) e dagli uccelli (12 milioni). Meno diffusi, ma comunque in continua crescita, i mammiferi appartenenti all’ordine dei roditori (500 mila), i psittaciformi o pappagalli (20 mila), gli ofidi o serpenti (10 mila) e addirittura i grossi mammiferi come leoni e pantere (3 mila).
Queste cifre possono rendere un’dea del commercio che c’è dietro questi animali ma in realtà, ciò che si legge su, è solo una piccola parte del vero giro di affari. Infatti si è scoperto che il giro illegale d’affari su questi esemplari, ammonta ad oltre 7 miliardi di euro e purtroppo, sempre più spesso, include animali vietati e specie a rischio d’estinzione.
Un altro grosso problema è legato alla disinformazione presente sull’allevamento di queste specie “particolari”. Molto spesso difatti, tali animali si ammalano in breve tempo a causa della cattiva gestione e questo comporta purtroppo o l’abbandono o la morte dell’esemplare. Infatti, come scritto all’inizio dell’articolo, son animali acquistati “per moda” e affrontare spese per le loro cure, non è nell’interesse dell’acquirente.
Proprio per questo fenomeno, il Centro Regionale Animale Esotici (CRANES) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, della Liguria e della Valle d’Aosta, ha lanciato l’idea al convegno “Tutela degli animali esotici: normative e problematiche di benessere e sanità“, di monitorare la situazione della gestione sanitaria delle strutture pubbliche che ospitano tali animali, come i giardini zoologici e gli zoosafari.