Un team di ricercatori internazionali ha pubblicato recentemente sulla rivista scientifica “Quaternary Research” un articolo che rivela l’esistenza di tracce di tartarughe marine risalenti a circa centomila anni fa:
New fossil sea turtle trackway morphotypes from the Pleistocene of South Africa highlight role of ichnology in turtle paleobiology
Il paleontologo Jan De Vynck (Nelson Mandela University), mentre era insieme ai suoi colleghi alla ricerca di altre tracce preistoriche nella regione di Cape South Coast in Sudafrica, nel 2016 si è imbattuto in sette piste impresse nella superficie rocciosa.
Non è stato facile risalire alla natura di quelle tracce, soprattutto perchè mai prima d’ora era stata fatta una scoperta simile ma grazie ai modelli distintivi, ai depositi costieri e alla disposizione parallela, i ricercatori son riusciti ad identificare i fossili, che sono stati rinominati “Marineropodidae“.
«Questa scoperta è davvero sorprendete se si pensa che le tracce delle baby tartarughe restano impresse solo pochi minuti nella sabbia» ha riferito Martin Lockley (University of Colorado Denver), coautore della ricerca.
Il sito rinvenuto nel 2016 è stato soltanto il primo di altri tre luoghi interessati dalle schiuse, di cui due a pochi chilometri dal primo e l’ultimo a circa cento chilometri. E’ dunque probabile che, nell’epoca del Pleistocene, questa zona rappresentasse per le tartarughe un ottimo punto di nidificazione.
Quasi tutte le tracce fossili di tartarughe conosciute in precedenza erano state create da tartarughe di acqua dolce e la maggior parte di esse trovate nell’emisfero settentrionale (Europa, Nord America ed Asia). Le poche tracce di tartarughe marine sono state segnalate nell’Europa occidentale ma tutte create da esemplari adulti che toccavano il fondale con le proprie pinne.
C’è da sottolineare che non tutti i segni trovati nella roccia hanno pari dimensione e distanza ed i modelli costruiti potrebbero appartenere per similitudine agli antenati dell’attuale Caretta caretta e della Dermochelys coriacea, che sono state rispettivamente ribattezzate Australochelichnus agulhasii e Marinerichnus latus.