La Guardia Civil spagnola ha arrestato (in attesa del processo, sono stati poi rilasciati) 21 persone per traffico internazionale di rettili, in particolare di tartarughe e lucertole. L’indagine sostenuta dall’Europol, ha avuto inizio due anni fa con l’obiettivo di stringere il cerchio intorno ad una rete dedicata all’allevamento ed alla vendita sul mercato nero di specie protette.
Sebbene siano stati trovati esemplari provenienti da ogni angolo del pianeta, la fonte principale era il Sud America, area con un’alta diversità biologica ma allo stesso tempo con inadeguate leggi di protezione. Gli animali arrivavano in Spagna nascosti nelle valigie, tra gli indumenti o all’interno di contenitori di plastica. Tali condizioni di sofferenza, associate all’estrema lunghezza dei viaggi, spesso hanno causato il decesso degli esemplari: «Loro erano a conoscenza che in pochissimi sarebbero sopravvissuti ma quei pochi bastavano. Se, ad esempio, su 15 piccoli di tucano solo due arrivavano vivi, loro ci guadagnavano comunque» ha spiegato il sergente Ana Prieto del Seprona.
Nelle abitazioni degli indagati sono stati trovati rettili di 355 diverse specie per un valore complessivo superiore agli 800.000 euro. Tra essi c’erano esemplari Aldabrachelys gigantea (la tartaruga gigante di Aldabra, nelle Seychelles), Geochelone radiata del Madagascar, Brachylopus vitiensis (l’iguana crestata delle isole Fiji) ed addirittura un Varanus komodoensis (drago di Komodo).
L’operazione si è svolta in varie regioni del Paese, dalla Cataluña alla Galicia, oltre che a Madrid a Murcia e alle Isole Canarie, con raid avvenuti il 23 ottobre ma solo ieri resi pubblici. Gli ufficiali, oltre agli animali, hanno scoperto anche un arsenale di armi della seconda guerra mondiale, oltre a centinaia di microchips che venivano inoculati da veterinari coinvolti nel giro, i quali poi producevano i certificati CITES fasulli.
Fonti: www.guardiacivil.es, www.elperiodicoextremadura.com