Sono passati circa cinquanta giorni da quando i residenti della zona e i più assidui frequentatori hanno iniziato a segnalare la presunta pericolosità per l’uomo della grossa tartaruga presente oramai da circa un anno nel laghetto del Parco Ducale di Parma. Dalle prime descrizioni raccolte, si era ipotizzato potesse trattarsi di un esemplare di Chelydra serpentina o di Macrochelys temminckii abbandonato da qualche allevatore che lo deteneva illegalmente e che ora non riusciva più a gestirlo.
La svolta si è avuta a inizio agosto, grazie alle nitide foto di Alessia Bevilacqua pubblicate su gazzettadiparma.it, che hanno svelato la vera identità del rettile. Non si trattava affatto di una tartaruga azzannatrice o di una tartaruga alligatore, bensì di una guscio-molle americana appartenente alla specie Apalone ferox.
Simpaticamente le è stato assegnato il nome di “Druga”, probabilmente come fusione dei termini “Drago” e “Ruga” o forse dal nome della banda criminale e aggressiva con a capo Alex DeLarge del romanzo e poi film “Arancia Meccanica”. La sua presenza ha interessato diverse associazioni ambientaliste che hanno chiesto l’intervento del Comune e dei Carabinieri Forestali affinché venisse prelevata, soprattutto per le condizioni per niente ottimali in cui versava lo specchio d’acqua.
Finalmente la scorsa settimana sono iniziati i lavori di manutenzione al laghetto e, grazie ad un’apposita trappola, la tartaruga è stata catturata e consegnata al più vicino CRAS (Centro di Recupero Animali Selvatici). Secondo gli esperti, vista anche la sua lunghezza superiore ai 60 cm, si tratta di un esemplare adulto di sesso femminile, adattatosi perfettamente alle temperature di Parma e che, in caso di pericolo, poteva rivelarsi molto aggressivo.