Un’operazione dei Carabinieri ha portato alla luce un inquietante intreccio tra detenzione di sostanze stupefacenti e possesso di reperti di fauna protetta: a finire in manette sono stati un giovane di 21 anni e sua nonna, entrambi residenti in un’abitazione di Bari trasformata in un vero e proprio “deposito illegale”.
Durante la perquisizione, le forze dell’ordine hanno rinvenuto diverse dosi di cocaina e hashish pronte per lo spaccio, ma anche un carapace di tartaruga marina e zanne d’avorio, entrambi beni la cui detenzione è vietata per legge.
Al termine delle operazioni, l’uomo è stato condotto presso la Casa Circondariale di Bari, mentre la donna è stata sottoposta agli arresti domiciliari, entrambi in attesa dell’udienza di convalida e a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Carapace e avorio: simboli del traffico illegale che minaccia la biodiversità
Il possesso di un carapace di tartaruga marina — come quelli appartenenti alla Caretta caretta o ad altre specie protette — è severamente vietato dalla Convenzione di Washington (CITES), che regola il commercio di animali e piante minacciati di estinzione.
Questi oggetti, spesso ricercati come ornamenti, sono il risultato di uccisioni illegali che contribuiscono alla drastica diminuzione di popolazioni già in sofferenza. La sola detenzione, senza documenti che ne certifichino l’origine legale, costituisce un reato punibile penalmente.
Le zanne d’avorio invece, derivano dall’uccisione di elefanti, specie a rischio di estinzione a causa del bracconaggio per il mercato nero. Dal 1989, il commercio internazionale di avorio è vietato dalla Convenzione CITES, mentre in Europa il Regolamento UE 338/97 ne disciplina possesso e vendita. La domanda illegale di avorio è uno dei principali fattori che alimentano il declino di questi animali.
Conseguenze penali e ambientali
Oltre alle accuse legate alla droga, i due arrestati dovranno rispondere di reati per detenzione e commercio illegale di specie protette, in violazione delle leggi italiane e delle convenzioni internazionali. Queste violazioni prevedono sanzioni penali che possono includere multe salatissime e pene detentive.
Un problema globale che richiede consapevolezza
Il traffico di animali e derivati di specie protette è un mercato clandestino multimiliardario, terzo solo a droga e armi, e rappresenta una minaccia concreta per la biodiversità mondiale. Questo sequestro a Bari dimostra come il commercio illegale di fauna selvatica non conosca confini e possa annidarsi anche in contesti apparentemente insospettabili.
Acquistare o possedere reperti come carapaci di tartaruga o zanne d’avorio alimenta un sistema criminale che mette a rischio la sopravvivenza di intere specie. Conoscere le leggi, informarsi e rispettare la fauna sono gesti fondamentali per fermare il traffico illegale e tutelare il nostro patrimonio naturale.