Un’evidente e importante differenza tra il numero di esemplari maschi e quelli di sesso femminile è uno dei principali problemi che sta lentamente portando alla scomparsa delle tartarughe marine dalle spiagge dello Yemen.
«Studi condotti in diverse zone del sud del Paese hanno dimostrato come attualmente il rapporto tra i sessi nelle tartarughe marine è di circa 9:1 a favore delle femmine» ad affermarlo è stato Jamal Baouzir, direttore del Dipartimento di Biodiversità dell’University of Aden.
Un animale come la tartaruga marina è pericolosamente influenzato da quelli che sono i cambiamenti climatici, essendo infatti il sesso dei futuri nascituri determinato dalla temperatura d’incubazione. Con un globale innalzamento delle temperature che rendono le sabbie più calde, le uova di questi rettili marini schiuderanno prima, portando alla nascita una maggiore percentuale di femmine, diminuendo di conseguenza drasticamente il numero di esemplari maschi, che richiedono temperature più basse durante il periodo di incubazione.
L’attivista e ambientalista Hafiz Kelshat ha affermato che «la percentuale di maschi è diminuita considerevolmente negli ultimi anni».
Per contrastare questa disparità, il Prof. Baouzir ha proposto di mettere in atto precise metodiche tra cui la nascita di un team tecnico specializzato nel monitoraggio delle tartarughe nei luoghi di nidificazione e delle temperature lì registrate, nel prelievo di una parte delle uova per l’incubazione artificiale per la nascita di un numero maggiore di maschi e infine, in casi estremi, nell’installazione di coperture ombreggianti sui nidi per ridurre la temperatura della sabbia.
Purtroppo però, la penisola arabica non è una delle regioni più calde del mondo solo dal punto di vista climatico. Da quasi un decennio infatti, lo Yemen è devastato da una guerra civile che ha provocato la morte di centinaia di migliaia di civili e lasciato a brandelli le infrastrutture del Paese.
«Le circostanze attuali, ovviamente, rendono difficile lo svolgimento delle operazioni di protezione» ha detto Baouzir. I funzionari del Ministero dell’Ambiente dell’attuale governo riconosciuto, che controlla la regione di Mahra insieme a gran parte del sud, ha espresso stima per gli sforzi di conservazione ma ha dichiarato che attualmente come governo non si riesce a fare di più poiché si è impegnati nella guerra contro gli Huthi e i gruppi terroristici e dunque le tartarughe marine dovranno attendere il loro turno.