A seguito del Decreto Legislativo 230/2017, dal 14 febbraio 2018 è stata ufficialmente vietata in Italia la riproduzione, la cessione, il trasporto e la detenzione di tartarughe palustri appartenenti alla specie Trachemys scripta (ssp. elegans, scripta e troostii). Tali divieti sono vigenti in tutta l’Unione Europea in quanto la specie americana è stata dichiarata “specie invasiva” e dunque, almeno nel nostro Paese, il suo possesso è stato dichiarato legale soltanto per coloro i quali ne hanno denunciato il possesso entro il 31 agosto 2019.
Purtroppo però, gli organi di stampa hanno diffuso tale notizia molto velatamente e sono tantissimi i proprietari di Trachemys scripta che ancora oggi non sono a conoscenza del divieto. Tale disinformazione sta causando purtroppo un continuo abbandono di questi animali, che vengono lasciati senza troppi scrupoli in fontane e laghetti comunali, corsi d’acqua e nei peggiori casi in mare o nei pressi di un cassonetto.
Ogni regione avrebbe dovuto istituire dei centri di raccolta ma, per mancanza probabilmente di fondi, ad oggi sono ancora poche quelle che hanno individuato uno o più strutture idonee. L’Emilia Romagna è una di quelle che ne possiede di più, esattamente tre, di cui uno gestito dall’associazione “Tarta Club Italia” a Cesena, uno gestito dall’ENPA e dall’associazione “Rescue Dogs” a Neviano degli Arduini (PR) e infine quello gestito dall’Azienda Agricola di Riccò Federico in località Tramuschio di Mirandola (MO).
Proprio quest’ultimo è stato scelto per accogliere ben 75 esemplari recuperati martedì dalla vasca presente nei pressi dei Laghetti del Parco della Resistenza di Riccione (RN). Come spiega l’assessore all’Ambiente, Christian Andruccioli, le tartarughe sono state abbandonate in questo luogo con buona pace dei cartelli di divieto posti nei dintorni degli specchi d’acqua: «Con questo intervento abbiamo sanato una situazione che mi auguro non si ripeta in futuro».