Ciò che fino a qualche mese fa poteva rappresentare soltanto una suggestione, nelle ultime due settimane sembra essere quasi certamente confermato: le Chelydra serpentina si stanno riproducendo sulle sponde del fiume Tevere, in particolare nell’area settentrionale della capitale.
Questa specie americana, comunemente nota come “tartaruga azzannatrice”, a seguito del Decreto del Ministero dell’Ambiente del 19 aprile 1996, è inserita tra gli animali che possono costituire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica e di cui ne è vietata la detenzione (salvo rarissime eccezioni).
Nonostante tale veto però, ogni anno sono diverse le segnalazione di esemplari vaganti nei pressi di corsi d’acqua ma ciò che quest’anno sta destando più scalpore è il lasso di tempo decisamente limitato tra un ritrovamento e l’altro e soprattutto l’area ristretta.
La Chelydra serpentina che ha messo sotto i riflettori il comune di Capena (RM) è stata rinvenuta lo scorso 18 maggio nei pressi di una proprietà privata. Passano appena tre giorni e una coppia in viaggio tra questo stesso comune e quello di Morlupo (RM) nota un secondo esemplare sulla statale che unisce i due borghi romani. Ieri mattina il terzo ritrovamento da parte di una donna che si stava spostando tra i due comuni precedentemente nominati.
Cosa sta succedendo? Le ipotesi più accreditate sono due: la prima è quella già accennata all’inizio dell’articolo e dunque che uno o più persone, negli anni addietro, abbiano abbandonato esemplari in zona e questi si siano ambientati e poi riprodotti; la seconda invece, è che qualcuno si sia liberato di queste tartarughe nell’ultimo periodo.
Al momento non ci sono risposte certe. In ogni caso noi vi raccomandiamo di chiamare immediatamente i Carabinieri Forestali della vostra provincia o il 1515 nel caso in cui doveste avvistare una Chelydra serpentina, tenendo d’occhio l’esemplare, evitando di provare a prenderlo a mani nude.