Remando in canoa lungo un torbido fiume del Belize alle prime luci dell’alba, Donald McKnight e Jaren Serano hanno ascoltato i suoni della tartaruga di fiume Dermatemys mawii. Gli esemplari avevano trasmettitori sonori posti sui propri carapaci e diversi idrofoni sono stati utilizzati durante i loro movimenti.
«Era come seguire un gruppo di balene» ha detto McKnight, ecologo della “La Trabe University” in Australia e del “Belize Turtle Ecology Lab”.
Lo scorso 15 settembre 2023, sulla rivista accademica “Animal Behaviour” è stato pubblicato un articolo dal titolo “They really do move in herds: evidence of group living in an aquatic turtle”, in cui gli scienziati hanno dimostrato come le tartarughe dello studio nuotavano insieme e in alcuni casi addirittura senza mai allontanarsi di oltre un metro l’una dall’altra.
Questi esemplari sociali potrebbero ribaltare le precedenti ipotesi su di esse, che in genere si pensa siano solitarie e territoriali. Tali risultati inoltre, potrebbero aiutare anche a proteggere le tartarughe fluviali centroamericane, che sono in declino in Belize, in Messico e in Guatemala e sono elencate in pericolo critico d’estinzione (CR – Critically Endangered) nella IUCN Red List.
La carne e le uova di questa specie sono considerate una prelibatezza in America Centrale e vengono spesso vendute al mercato nero. Secondo gli ecologisti, il Belize è l’ultima roccaforte per la Dermatemys mawii, anche se a causa del diffuso bracconaggio, nei prossimi trent’anni potrebbe totalmente estinguersi.
La ricerca su tali esemplari è iniziata tre anni fa, quando per caso McKnight e Serano hanno separatamente notato che queste si muovevano all’unisono. Per verificare se ciò fosse realtà o immaginazione, trentotto esemplari (19 per sesso) sono stati dotati di trasmettitori di onde sonore. Dopo aver individuato aree completamente prive di tronchi, rocce, piante e altro che potesse intralciare la ricerca, i due hanno viaggiato su e giù per il fiume ogni giorno per diversi mesi, rintracciando le tartarughe taggate riunitesi in gruppi da due o più esemplari.
Con i dati raccolti, il team ha eseguito simulazioni per determinare se i raggruppamenti fossero eventi casuali o prove di socialità. Nel modello randomizzato, le tartarughe sono risultate essere sempre più distanti di quanto osservato in natura e dunque si è giunti alla conclusione che le Dermatemys mawii osservate si muovevano intenzionalmente in gruppi di varie dimensioni.
«Probabilmente c’è molto più comportamento sociale di quello che siamo riusciti a registrare» ha affermato McKnight. «Speriamo che il nostro lavoro possa stimolare ulteriori ricerche, poichè gli studi sulla socialità animale hanno ampliamente ignorato i rettili».
Un comportamento simile è stato osservato in passato nelle Carettochelys insculpta nei tropici australiani ma non esiste ancora alcuna documentazione scientifica su questo comportamento. Bisognerebbe riconsiderare la possibilità che le tartarughe, antichi rettili presenti da centinaia di milioni di anni prima degli umani, abbiano vite sociali complesse che vanno oltre il corteggiamento, la lotta territoriale e l’accoppiamento.
Per maggiori informazioni: They really do move in herds: evidence of group living in an aquatic turtle